Se il problema è la violenza in sé… Nuova aggressione, al cimitero di Catania con un coltello da sub

Il sindaco di Catania Enzo Bianco

Il sindaco di Catania Enzo Bianco

È arrivato pochi minuti fa un comunicato stampa dal Palazzo comunale in cui si denuncia – giustamente e con sdegno – la violenza di stamattina perpetrata con un coltello (da sub!) da un dipendente comunale verso due cittadini.

Quello che trovate di seguito è il comunicato ricevuto poco fa che riportiamo integralmente. Di seguito il nostro commento.

Comunale aggredisce cittadini con coltello: Bianco, “Sdegnati, immediato licenziamento”

Il Sindaco, “Chiediamo scusa e condanniamo chi, come questo dipendente, non rispetta il nostro sistema di valori. I cittadini si rivolgono al Comune per avere servizi ed è inimmaginabile che possano rischiare la vita”

L’Amministrazione comunale provvederà all’immediato licenziamento del dipendente che, oggi, nel Cimitero di Catania, ha aggredito con un coltello due cittadini. Questi ultimi avevano protestato con un funzionario per un problema legato alla sepoltura di un loro congiunto. Un dipendente di un altro ufficio è intervenuto prima insultando pesantemente i due cittadini e poi li ha aggrediti con un coltello da sub. I due però hanno reagito e lo hanno fermato. Il dirigente del Cimitero ha chiamato la Polizia che è prontamente intervenuta.

“Siamo sdegnati per quest’episodio – ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco – e chiediamo scusa ai cittadini aggrediti. Stiamo provvedendo all’immediato licenziamento del dipendente e, come Comune, ci costituiremo Parte civile nel processo. Condanniamo fermamente l’episodio e chiunque non rispetti il nostro sistema di valori. I cittadini si rivolgono al Comune per avere servizi ed è inimmaginabile che possano essere insultati o addirittura, come in questo caso, aggrediti con un coltello, rischiare la vita”.

Quanto riferito nel comunicato stampa ha davvero dell’incredibile. E pur credendo a tutto, persino alla colpevolezza di questo dipendente ancor prima che una qualunque magistratura si esprima in merito per accertarla – eliminando quel “presunto” che al momento è d’obbligo – riscopriamo la correttezza delle parole che abbiamo usato pochi giorni fa in occasione del pugno sferzato al sindaco da un soggetto disturbato. Perché il problema non è la violenza al Sindaco o – come qualcuno ha voluto far credere – “ai sindaci” o alla politica. Ma la violenza in sé. Ivi compresa la violenza verbale che emerge persino dalle parole di qualuno della giunta comunale. Quella violenza che sta deflagrando in un ovunque che investe quel punto focale che ci riguarda da vicino. Catania.

La violenza che può subire QUALUNQUE cittadino non tutelato da una scorta in pieno giorno o durante una tranquilla passeggiata con gli amici in una serata catanese.

E se violenza dilaga urge confermare subito sicurezza e dignità. Con mezzi poco urbani se necessario, ma efficaci. Con controlli adeguati messi in atto da forze dell’ordine che intervengano in tempo, da una rieducazione del cittadino nel rispetto di sé, degli altri e della cosa pubblica. Attivando quel benedetto servizio di video sorveglianza. Spronando i vigili urbani, e quanti preposti, a farsi sentire nel territorio. Liberando il centro storico dall’anarchia conclamata da tempo. Quei gruppi di 50 e più che seminano terrore ai ragazzini (e non solo) e tengono col fiato in gola i genitori mentre aspettano in piedi i loro figli, non sono “voci” arrivate solo alle nostre orecchie. Fanno ormai parte della movida catanese. E bisogna pure impedire quelle urla (qualcuno la chiama musica!) squarciate ben oltre il livello di soglia (delle orecchie se non dei decibel) fino alle tre del mattino.

Qui non si parla più di palliativi e neanche di parole. C’è bisogno di fare. Per forza e subito. Ieri se possibile. Bisogna partire da un punto e trasformarlo in cerchio, in un gioco virtuoso e concentrico fatto di piccoli passi significativi. Bisogna rieducare la gente ridandole dignità e futuro. E la dignità arriva quasi esclusivamente dal lavoro e dalla capacità di ognuno di garantire alla propria famiglia un pasto in un porto sicuro. E quel porto è, in piccolo, la propria casa. In grande Catania.

Siamo davvero convinti che il sindaco ha in mano le carte per agire. Non dimentichiamo che Enzo Bianco, in qualità di ministro degli Interni, è stato capace di debellare in quattro e quattr’otto il contrabbando delle sigarette a Brindisi. Certo non è più ministro, adesso è sindaco, ma è pure presidente nazionale dell’Anci e ha dimostrato di essere molto influente a livello nazionale. Usi questa influenza Signor Sindaco, un morto non possiamo permettercelo.

Monica Adorno

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