Rotary e ospedale Cannizzaro insieme per una campagna che promuove la corretta alimentazione tra i bambini

05 D Foto rotary e osp cannizzaroCombattere l’obesità e promuovere comportamenti alimentari sani fra i giovanissimi, attraverso una campagna nelle scuole ed esami approfonditi in ospedale. Ha preso il via con questo obiettivo il progetto “Obesità e sana alimentazione” del Rotary Club Acicastello, attuato con i Rotary Club Acireale, Etna Sud-Est, Catania Quattro Canti Centenario, Giarre Riviera Jonico Etnea e Randazzo – Valle dell’Alcantara, in collaborazione con l’Unità di Pediatria dell’ospedale Cannizzaro e con il sostegno di Rotary Foundation.

I presidenti dei club service hanno consegnato ufficialmente all’Azienda il materiale per lo screening dell’obesità (holter pressori pediatrici e bilance con statimetro). Oltre ai rappresentanti dei Rotary, per l’Azienda Cannizzaro erano presenti il direttore generale Angelo Pellicanò, il direttore sanitario Salvatore Giuffrida e il direttore dell’Uoc di Pediatria Antonella Di Stefano.

Come hanno spiegato i responsabili dei Rotary, il progetto si svolgerà in tre fasi. Nella prima, sarà effettuato uno screening realizzato dai soci rotariani medici, che includerà studenti dell’ultimo anno della scuola primaria ed il triennio della scuola secondaria di primo grado presso gli istituti scolastici individuati nel territorio dei singoli club; in una seconda fase, i soggetti a rischio saranno segnalati al personale medico dell’Unità Operativa di Pediatria del Cannizzaro per gli approfondimenti diagnostici del caso. Sono previsti, infine, incontri a carattere informativo rivolti ai docenti dei singoli istituti, ai ragazzi e ai genitori, nell’ambito di una campagna di educazione alimentare.

«Grazie all’utilizzo di presidi sanitari nelle scuole e alla collaborazione con la nostra struttura di Pediatria – ha affermato Pellicanò – questo progetto rafforza l’integrazione fra ospedale e territorio. La prevenzione e la cura dell’obesità contribuiranno così a prevenire patologie più gravi per la salute del bambino, che oltretutto gravano sul sistema sanitario».

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