Trasporti Sicilia. A rischio i treni per il Nord, Ragusa esclusa da strade e ferrovie e del nuovo Contratto di Servizio con TrenItalia non si sa nulla

03 A - minuetto-siciliaDopo il cedimento del viadotto Himera i treni siciliani, o meglio il Minuetto che collega Catania e Palermo ha avuto un exploit favoloso. Ha surclassato tutto: autobus, auto, persino il collegamento aereo di cui avevano parlato all’inizio il sindaco Bianco e il presidente Crocetta. I collegamenti aerei sono finiti nel dimenticatoio mentre gli autobus hanno dovuto abbassare il costo del biglietto del 30% per adeguarsi al nuovo “concorrente”. Adeguarsi economicamente, perché in minuti il treno – al momento – non si batte. E la Sicilia pare aver trovato la panacea per tutti mali nei sette collegamenti giornalieri che offre TrenItalia tra i due capoluoghi. Solo pare però, visto che la panacea non è così facile da raggiungere. I motivi ce li spiega Giosuè Malaponti del Comitato Pendolari Siciliano.

Cosa c’è che non va nel futuro dei trasporti siciliani?

03 A - Giosue Malaponti Coordinatore Comitato Pendolari_0«I politici che hanno cavalcato l’onda mediatica della Catania – Palermo hanno una bravata. Alla luce dei fatti se il ministro Delrio non bandisce la gara per i treni da e per il nord – quindi la lunga percorrenza – la Sicilia dal primo gennaio 2016 sarà senza alcun treno che va a Roma o a Milano. Questo però al sindaco Bianco, al sindaco Orlando e forse meno ad Accorinti – che è l’unico che ha mostrato attenzione per il marasma che abbiamo creato a febbraio per il paventato taglio dei treni diurni – non sembra interessare. Nessuno ha preso carta e penna. La causa scatenante: aver saputo che da giugno (mese del cambio orari di TrenItalia) in Sicilia facevano scendere le persone a piedi con i bagagli, salire sul traghetto, riscendere a Villa, fare un bel tratto a piedi per poi risalire finalmente sul treno che li avrebbe portati a destinazione. Gli unici treni in cui questo non accadeva erano i due notturni.

«A niente sono valsi gli incontri che abbiamo fatto a Messina e neanche aver creato il movimento “Il ferriboat non si tocca” davanti alla Chinnici, vice presidente della Regione. Neppure l’incontro alla Regione (c’era anche Orlando) servì a molto. La notizia di quel giorno fu la non-cravatta di Accorinti. Eppure proprio quel giorno venne chiesto ai sindaci, che non erano d’accordo, di mettere nero su bianco il loro disappunto. L’unico che l’ha fatto è stato proprio Accorinti. Né Leoluca Orlando né Enzo Bianco hanno preso carta e penna. Però poi hanno fatto la sfilata su un treno nuovo che è vecchio di dieci anni. Il “nuovo” treno di nuovo ha solo la pellicola esterna uniformata a i treni di tutta Italia con una livrea che si chiama “Jazz”.

«La cosa grave è che stanno sottovalutando i collegamenti a lunga percorrenza. Soprano, ad di TrenItalia, mi conferma – continua Malaponti – che stanno lavorando in deroga per il 2015 con il contratto scaduto a dicembre 2014. Se non viene bandito il contratto entro giugno 2015, noi ci ritroveremo a gennaio 2016 senza nessun treno con la complicità delle città metropolitane di Catania, Palermo e Messina. Io carico le responsabilità maggiori su Orlando visto che è lui il presidente Anci in Sicilia ed è lui quindi che dovrebbe rappresentare tutti i Comuni.

«E c’è un altro aspetto. A oggi non ci è dato sapere quali sono le norme del Contratto di Servizio che è il documento più importante dell’offerta commerciale e che, una volta firmato, non potrà più essere toccato fino al 2019. In quello si stabiliscono: tariffe, prezzi, tipo di mezzi, servizi a bordo, servizi in stazione, penalità su ritardi, soppressioni e altro.

«Abbiamo incontrato due volte l’assessore alle Infrastrutture Bartolotta che aveva richiesto al sottoscritto di creare un comitato di verifica e controllo sul CdS, ha fatto il verbale e la costituzione di questo comitato. Poi non si è fatto più sentire. Sembra che abbiano dimenticato che siamo punto di passaggio del corridoio Scandinavia – Palermo – La Valletta. Con quale coraggio diranno a un danese di scendere e traghettare a piedi? Saremo l’unico Stato con un disservizio simile!».

È vero che c’era un progetto che avrebbe permesso il raddoppio ferroviario con soli 18 mesi di lavoro?

«Sono anni che battaglio sul fatto che dopo il 2010 (dopo l’operazione freccia rotta) erano stati trovati trenta milioni di euro per velocizzare l’attuale tracciato e portare i tempi di percorrenza ferroviari al di sotto delle 2 ore e trenta. I lavori si sarebbero potuti fare in un anno e mezzo. Notizia confermata dal sottosegretario Enzo Reina il 9 gennaio. Questo progetto – afferma Malaponti – la politica non l’ha voluto. È stato espressamente richiesto da Rete Ferroviaria e da Trenitalia. Ho fatto miracoli ma in realtà non è mai partito. Bisogna dire che 30 milioni sono pochi. Sei miliardi sono meglio anche se la parte finanziata è solo di 823 milioni. In questo modo la velocizzazione la vedremo nel 3000 d.C.

03 A - foto_ferrovie_2«I 6 miliardi previsti sono per un’opera faraonica nel deserto. E il deserto è rappresentato dalla mancanza delle coincidenze. Discrete quelle per Trapani collegata a Palermo in 90 minuti, ma da Catania le coincidenze non sono previste. Un siracusano come ci arriverà a Palermo? Il segreto sta nell’ammodernare la Trapani-Palermo, nel completare la Castelbuono-Patti, la Messina Siracusa nel tratto Giampilieri-Fiumefreddo, nel velocizzare la Catania-Siracusa-Ragusa-Caltanissetta. «Risparmiamo 50 milioni e anziché avere una sola tratta avremo il periplo della Sicilia partendo da Trapani. E invece continuano a parlare di Catania-Palermo che secondo me non avremo mai. Come il ponte sullo Stretto.

«Su Palermo le coincidenze per Punta Raisi sono state previste su sei coppie di treni su sette, mentre da Catania solo due treni hanno la coincidenza per Messina. Stiamo attenti, perché Messina implica anche Acireale, Giarre o Taormina ovviamente. Faccio un es. arrivo a Catania alle 20,23, il primo treno utile per andare verso Acireale o Messina è alle 21,20. Un’ora dopo! Se arrivo alle 10,25 il treno disponibile per Messina è alle 11,12. Il treno successivo arriva a Catania alle 12,25, quello per Messina parte alle 12,23 quindi neanche questo ha la coincidenza. Capisco lo sforzo enorme di Trenitalia, che ha lavorato bene, ma capisco meno la Regione che dimostra di non capirne nulla».

I collegamenti con le altre città della Sicilia?

«Agrigento Palermo è servita bene. Anche la Trapani Palermo. Sembra stiano lavorando bene sulla puntualità e, forse, anche sugli anticipi. Bisogna rilevare però – continua Malaponti – che la provincia tagliata fuori è Ragusa, inesistente dal punto di vista stradale e ferroviario. Persino nella tratta Ragusa-Palermo. Un ragusano che deve prendere il treno del mattino Catania-Palermo non ha neanche un autobus che lo porti in tempo nel capoluogo etneo. È penalizzata da tutti i punti di vista anche se ci fregiamo del fatto che fa parte dell’Unesco.

«E non vanno dimenticati gli investimenti che stanno facendo sulla Canicattini-Gela-Comiso: 35 milioni di euro per ammodernare la rete ferroviaria eppure da Vittoria non c’è un collegamento ferroviario che porti all’aeroporto di Comiso. Questi 35 milioni a che servono? Tanto valeva lasciare la tratta così com’era e creare quanto meno un collegamento Vittoria-Comiso aeroporto. Invece no. Quando hanno presentato questo bellissimo progetto al comune di Gela con Crocetta, Dario Lo Bosco, il sindaco Fasulo e altri Nessuno ha chiesto le condizioni della Caltagirone Gela crollata quattro anni fa né quali fossero le intenzioni di Rete Ferroviaria. Il ponte verrà ricostruito? O rimarrà a binario morto? Noi del Comitato Pendolari Siciliano stiamo già organizzando il quarto sit-in di sensibilizzazione per l’anniversario del crollo, ma la gente continua a morire sulla SS417».

Monica Adorno

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