Confronto con Gioacchino Nicolosi (FederFarma) su farmacie e imprenditoria e i rapporti con Asp, SSN, utenti finali e medici di base

Gioacchino Nicolosi presidente Federfarma Catania a PharmEvolution 2014

Gioacchino Nicolosi presidente Federfarma Catania a PharmEvolution 2014

“Mi occupo di questo settore da 15 anni, sono presidente di Federfarma Catania e vice presidente di Federfarma che è il sindacato dei farmacisti titolari italiani e si occupa di tutte le problematiche legate al portare avanti la difesa e la tutela delle farmacie, i rapporti con i sindacati (perché stipula i contratti collettivi di lavoro) e in più i rapporti a vari livelli con Asp, Regioni e con il ministero per tutte le normative che riguardano il nostro settore”. Va subito al sodo Gioacchino Nicolosi mentre spiega con calma e attenzione in cosa consiste il lavoro che fa “per sé e per i colleghi” accanto a quello che porta avanti “per la famiglia”.

Il rapporto con l’Asp in cosa consiste?
È un rapporto convenzionale perché la farmacia, in base a un dpr del presidente della repubblica, dispensa farmaci sulla scorta delle ricette rilasciate dai medici.

Negli ultimi cinque anni, nel territorio catanese, le farmacie sono aumentate o diminuite?
Aumentate. Siamo passati da 286 farmacie del 2013 a 298 del 2015, perché è stato finalmente ultimato un concorso bandito circa dieci anni fa e, adesso, sono state fatte le assegnazioni.

Le parafarmacie non rientrano nel vostro settore, ma vi danno fastidio?
Non rientrano assolutamente nel nostro settore, quelle sono attività commerciali di vendita di prodotti da banco privi di ricetta anche se gestite da un farmacista. Unico caso in Europa e al mondo, perché non esiste il corrispondente della parafarmacia in altri posti. È un’operazione che ha voluto a suo tempo Bersani per far svolgere un’attività squisitamente commerciale.

Gioacchino Nicolosi, vice presidente di Federfarma e presidente di Federfarma Catania

Gioacchino Nicolosi, vice presidente di Federfarma e presidente di Federfarma Catania

Cos’è PharmEvolution?
È un salone di settore arrivato alla quinta edizione e per la prima volta, quest’anno, durerà tre giorni. È un grande contenitore dedicato innanzitutto alla formazione, con corsi ecm e anche di natura professionale o da banco. Corsi di dermocosmesi o di make-up, ad esempio, che servono a migliorare il rapporto professionale del farmacista. Un’altra parte sarà quella congressuale che prevede dieci, dodici convegni organizzati da Federfarma Sicilia. Il salone prevede anche una parte fieristica con oltre 70 espositori che comprendono aziende siciliane, nazionali e alcune multinazionale. Dai dati che sono in nostro possesso, relativi al 2014 ovviamente, siamo la terza realtà fieristica nazionale del settore per numero di visitatori e di stand dopo Cosmofarma di Bologna, e quella napoletana.

A Catania ci sono diverse aziende che si occupano di produrre farmaci, voi avete contatti anche con loro?
Certamente sì, visto che Catania è l’unica realtà in Sicilia in cui ci sono aziende del settore. L’ex Cyanamid ad esempio, ma anche con altre che si occupano di colliri, altri farmaci e integratori. In alcuni casi abbiamo dei rapporti per quanto riguarda la stipula di contratti o anche protocolli d’intesa.

Federfarma ha contatti con l’utente finale?
No, ma li abbiamo nel momento in cui organizziamo delle attività esterne fatte a favore delle farmacie, o quando organizziamo degli screening aperti al pubblico. Sempre tramite le farmacie.

In questi giorni si parla moltissimo di questa riforma proposta dalla Lorenzin in merito ad esami che si possono o non possono fare. Questa riforma interessa anche voi in qualche modo?
No, ma già da tempo per quanto riguarda i farmaci sono già stati attuati contenimenti della spesa sia a livello regionale sia per quello nazionale. Fino a poco tempo fa la Sicilia era considerata maglia nera per quanto riguarda la spesa-farmacia, quindi il non rispetto dei budget, adesso non solo non abbiamo più questa nomea ma addirittura la spesa farmaceutica si è attestata al di sotto del budget di assegnazione del Sistema Sanitario Nazionale.

Cioè la gente è più attenta?
In effetti non dipende dalla gente, che di certo è più accorta e non ha più gli armadi pieni, ma è la conseguenza di azioni mirate dedicate ad alcune patologie. Iniziative che sono state fatte anche a livello nazionale sui medici, sia in termini di controllo sia di paletti, per contenere questa situazione e diminuire la spesa. Sulla spesa ha contribuito anche il prezzo del generico e anche la diminuzione dei prezzi.

I prezzi dei farmaci si sono abbassati?
Sì, costano meno quelli mutuabili che hanno i prezzi tra i più bassi d’Europa. Infatti il più delle volte abbiamo problemi di approvvigionamento. Molto spesso abbiamo chiesto ai Nas di fare dei controlli per verificare che non vengano venduti all’estero: Germania, Francia e Inghilterra dove il farmaco mutuabile costa più che da noi. Il prezzo del farmaco mutuabile è imposto dall’azienda e da un rapporto convenzionale fatto con lo Stato tramite il Cip. Per quanto riguarda il prezzo del farmaco da banco, l’aumento avviene ogni due anni, in quelli dispari.

Avete rapporti anche con i medici di base?
È fondamentale averli e avviene nell’interesse dell’utente finale. Da un buon rapporto tra i due professionisti viene tutelato il cittadino per due motivi principali: formazione e burocrazia.

PharmEvolution 2014Tornando alla riforma Lorenzin lei ritiene corretti questi paletti che stanno mettendo?
Il medico di base ha un rapporto di diretta dipendenza con il Sistema Sanitario Nazionale, io credo che sia importante seguire i protocolli, non mettere soltanto paletti. I paletti sono trasversali e difficili da attuare. Noi siamo abituati a un servizio Sanitario universalistico e va specificato che, per quanto avversato e criticato, è uno dei migliori al mondo. Dà tutto a tutti. Cosa che succede in pochissimi Stati al mondo. Io auspico per i medici dei protocolli precisi da applicare.

Anche se sta passando questo messaggio di terrore…
I cittadini possono stare più che sicuri del nostro Sistema Sanitario. Chi ha avuto modo di confrontarsi con il sistema americano o inglese sa cosa succede: chi non ha credito o un’assicurazione non viene neanche fatto entrare. Da noi invece vengono curati tutti. E chi è qui da straniero anche con contratti par time fa venire i suoi familiari per farli curare in Italia. Tutte le modifiche che si stanno portando avanti sono orientate a far reggere il nostro sistema che, spesso, si scontra con terapie nuove e ovviamente più costose.
Se controlliamo il fatturato fatto dalle farmacie per il farmaco mutuabile, vediamo che i valori sono scesi del 40% in quattro anni.

Farmacie aumentate e fatturati diminuiti, eppure aprono nuove farmacie….
Il numero di farmacie dipende dal numero di abitanti. Il decreto Monti ha ulteriormente diminuito questa fascia e in Sicilia apriranno a breve più di 100 farmacie. La vecchia normativa ne prevedeva una ogni 5.000 abitanti, adesso è una ogni 3.300 abitanti; con una distanza, da soglia a soglia, di 200 metri. Un altro aspetto che influisce sul numero delle farmacie è quello della pianta organica dei comuni. Un problema che si sente poco nella provincia di Catania ma che è molto sentito in quella di Messina che pur essendo più piccola ha quasi lo stesso numero delle nostre farmacie. Alcune sono in paesi con 200 persone e vivono, chiaramente, con un sussidio regionale. A Catania questo succede nella frazione di Presa.

Monica Adorno

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