A Militello una bellissima mostra di statue lignee dedicata a San Sebastiano

All’interno del Museo San Nicolò le cinque statue dedicate al Santo rimarranno esposte fino al 20 maggio. Prevista un’apertura straordinaria per martedì 1° maggio

L'intervento del prof. Giansiracusa all'inaugurazione della mostra su San Sebastiano a Militello

L’intervento del prof. Giansiracusa all’inaugurazione della mostra su San Sebastiano a Militello

Militello – “San Sebastiano – Arte, fede e devozione in Sicilia” si intitola così la mostra che è stata inaugurata sabato 21 aprile a Militello all’interno del Museo San Nicolò di via Umberto 67.
Dopo il successo della mostra di sculture lignee dedicata a “Girolamo Bagnasco a Militello”, Rita Di Trio, che della mostra è ideatrice e curatrice, si cimenta in un nuovo evento che porta alla ribalta le statue lignee dedicate a San Sebastiano e realizzate dal XVI al XX secolo. Le statue provengono da ogni zona della Sicilia, regione nella quale il culto e la devozione per il santo bimartire è tra le più vive ed è stato il prof. Paolo Giansiracusa, docente di Storia dell’arte all’Accademia di Belle arti di Catania, a spiegarlo in modo eccellente e sentito durante l’inaugurazione, davanti a una sala che a stento sarebbe riuscita a ospitare altri spettatori.
Nella prestigiosa cornice del Museo San Nicolò di Militello, con il patrocinio del Club per l’UNESCO locale, si continua nella creazione di occasioni originali e di alto valore culturale verso l’esplicito obiettivo di una Militello Centro dell’Arte Sacra in Sicilia.
In tale prospettiva si inquadrano i ricorrenti appuntamenti sul tema tutti tesi a promuovere il turismo culturale e religioso, agevolato anche nelle secolari feste patronali estive celebrate ogni anno.

Rita Di Trio e Salvo Liggieri

Rita Di Trio e Salvo Liggieri

“Militello è nota per il tardo barocco del Val di Noto che la ricomprende tra le città Patrimonio Mondiale ma può ben andar oltre a questa specificità – ha ammesso Rita Di Trio – considerato che possiede anche testimonianze medievali, rinascimentali e barocche precedenti il terremoto del 1693. Per non tacere delle tante opere d’arte che arricchiscono le sue tante chiese, dalla Natività di Andrea della Robbia, dai dipinti di celebri pittori, oltreché di centinaia di argenti e paramenti sacri.
“L’idea di questa mostra – ci ha spiegato Rita Di Trio – è nata pochi mesi fa durante la presentazione di un libro su San Sebastiano scritto da padre Giovanni Lanzafame. In questo libro veniva spiegato che il culto per questo santo è profondamente radicato in tutta la Sicilia e ne è prova il catalogo, riportato nel libro, in cui vengono elencate tutte le statue e le raffigurazioni dedicate a San Sebastiano. Il risultato è straordinario: in tutta la Sicilia e quasi in ogni chiesa c’è qualcosa dedicata a lui. Sfogliando il libro ho ritrovato la foto della statua del paese in cui sono cresciuta e a cui sono molto legata. Si tratta della statua che viene portata in processione, di corsa, a Motta d’Affermo ogni anno, il 19 agosto. Ecco da dove è nata l’idea per la quarta edizione di Militello religiosità e cultura.
“Così dopo la mostra su Girolamo Bagnasco e le due mostre fotografiche una su San Paolo e l’altra dedicata alle fasi di restauro delle statue dei due patroni di Militello, abbiamo scelto questo tema.

“Le altre statue – continua Di Trio – le abbiamo scelte a Mistretta, Tusa, Militello e Catania in modo da avere la rappresentazione di statue in periodi differenti e rappresentare in maniera diacronica la scultura dedicata, in questo caso, a San Sebastiano.
“La statua di Catania è del 1700 ed è della confraternita dei Macellai e si trova nella chiesa di San Sebastiano davanti al Castello Ursino. Una statua devozionale che è, forse, la più espressiva perché trasmette allo stesso tempo il dolore e l’estasi. Seicentesca quella del Li Volsi esposta nella Chiesa di San Pietro a Tusa. La più recente è quella di Militello realizzata nel Novecento per sopperire a una mancanza storica: la statua cinquecentesca venne distrutta dal terremoto del 1693, venne realizzata una seconda statua che venne distrutta, alla fine dell’Ottocento, da un violento incendio da cui si salvò solo la testa che è esposta alla mostra.
“Eppure Militello non voleva fare a meno di una statua di San Sebastiano. Qualcuno, due sagristi, provarono ad adattare questa famosa testa a un’altra statua ma il risultato non era accettabile. Fu così che si decise di acquistare la statua attuale che proviene da Ortisei, scolpita dallo scultore gardenese Johann Baptist Purger. Di Militello abbiamo anche il reliquario in argento della fine del Cinquecento. Preziosissimo”.

Il progetto vanta la presenza di un Comitato scientifico composto oltre che da Paolo Giansiracusa e Rita Di Trio, dalla prof.ssa Franca Barbanti dirigente del Museo “San Nicolò” e mons. Giovanni Lanzafame, mariologo e scrittore; arch. Angelo Pettineo, storico e scrittore, e la dott.ssa Grazia Spampinato direttrice del Museo Diocesano di Catania. La mostra rimarrà allestita fino al 20 maggio. L’ingresso è gratuito. Gli orari di ingresso: dal venerdì alla domenica ore 10-12 e 17-19. È possibile prenotare ulteriori visite su prenotazione, info telefonando allo 095.811251. In via eccezionale la mostra rimarrà aperta anche martedì 1° maggio con i medesimi orari.
Monica Adorno

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