Mercato Auto in positivo con +8,6%

Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti il mese di febbraio si è chiuso con 118.328 immatricolazioni di autovetture nuove, segnando un incremento del +8,6% rispetto a febbraio 2013.
La Motorizzazione ha infatti immatricolato nel mese di febbraio 2014 118.328 autovetture, con una variazione di +8,59% rispetto a febbraio 2013, durante il quale ne furono immatricolate 108.963  (nel mese di gennaio 2014 sono state invece immatricolate 118.172 autovetture, con una variazione di +3,57% rispetto a  gennaio 2013, durante il quale ne furono immatricolate 114.104). Auto parcoNello stesso periodo di febbraio 2014 sono stati registrati 353.242 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +2,87% rispetto a febbraio 2013, durante il quale ne furono registrati 343.403 (nel mese di gennaio 2014 sono stati invece registrati 360.050 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -2,73%  rispetto a gennaio 2013, durante il quale ne furono registrati 370.141). Nel mese di febbraio 2014 il volume globale delle vendite (471.570 autovetture) ha dunque interessato per il 25,09% auto nuove e per il 74,91% auto usate.
Nel periodo gennaio-febbraio 2014 la Motorizzazione ha in totale immatricolato 236.500 autovetture, con una variazione di +6,02% rispetto al periodo gennaio-febbraio 2013, durante il quale ne furono immatricolate 223.067. Nello stesso periodo di gennaio-febbraio 2014 sono stati registrati 713.292 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -0,04% rispetto a gennaio-febbraio 2013, durante il quale ne furono registrati 713.544.
«Ma non chiamatela ripresa. Sarebbe quanto mai inopportuno», avverte Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, che spiega: «Il dato di febbraio è influenzato dal confronto con il pessimo risultato dello scorso anno che, lo voglio ricordare, con 108.963 pezzi aveva fatto segnare un -17% rispetto al febbraio 2012. Ma voglio spiegarmi ancora meglio. Ammesso e non concesso che il 2014 possa esprimere un incremento annuo attorno all’8%, chiuderemmo con 1.400.000 immatricolazioni. E dalle 1.300.000 immatricolazioni del 2013, al 1.400.000 ipotizzabili per il 2014 – tra l’altro risultato già conseguito nel 2012 – non cambierebbe nulla. Sono numeri di totale depressione, asfittici, che ci relegano ad una posizione che non ci appartiene. L’Italia, se mutassero le condizioni, potrebbe tornare a 2.000.000 di pezzi. Su questi livelli lo Stato introiterebbe oltre 3 miliardi aggiuntivi tra Iva e tasse varie, sostenendo nel contempo le aziende che operano nella filiera, senza delocalizzare, e le centinaia di migliaia di lavoratori, di cui una buona parte interessati dagli ammortizzatori sociali, che rappresentano sempre più spesso l’anticamera della disoccupazione. Noi proponiamo un piano articolato, un concetto win-win dove tutti uscirebbero vincenti: famiglie, partite Iva, Stato e lavoratori. Ma ci vuole un forte segnale di discontinuità rispetto agli ultimi tre governi caratterizzati dall’emanazione di tasse, tasse e ancora tasse, soprattutto su tutto quello che ruota attorno agli immobili e agli autoveicoli».

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