Nubi oscure si addensano sul futuro dei lavoratori catanesi della Micron. Si avvicina infatti la scadenza del 7 aprile, termine ultimo per scongiurare i licenziamenti alla Micron, ma dalla riunione preparatoria che si è tenuta alcuni giorni fa al Ministero dello Sviluppo economico con i rappresentanti della multinazionale sembrano non essere arrivate le risposte che attendevano lavoratori, sindacati e istituzioni locali. La Micron ha infatti confermato l’intenzione di tagliare, malgrado secondo tutti gli interlocutori questa scelta sia del tutto ingiustificata.
«Il Ministero – ha dichiarato il segretario provinciale della Uilm, Matteo Spampinato – ha convocato la proprietà americana dell’azienda per un confronto, a breve, a cui dovrebbe partecipare lo stesso neoministro Federica Guidi. Inoltre, sarà chiamata a un tavolo separato di consultazione anche la StMicroelettronic, casa madre dei dipendenti Micron, per verificare ipotesi di riassorbimento dei lavoratori».
La multinazionale americana Micron, ha deciso alcune settimane fa, in maniera inaspettata, di licenziare con procedura di mobilità 419 lavoratori su un totale di 1028, distribuiti in tutta Italia sui siti di Arzano in provincia di Napoli, Avezzano in provincia di L’Aquila, Agrate in Lombardia e Catania. Di questi, 127 su 324 solo a Catania. La Micron motiva questa decisione adducendo esigenze di trasformazione organizzativa globale, ma i numeri penalizzano l’Italia in misura molto maggiore che nel resto del mondo: 40% di esuberi in Italia a fronte dell’annunciato 5% mondiale.