Suspance inglese per “Trappola per topi”

“Pensieri Riflessi” è tornata puntuale sulla scena catanese. Questa volta gli attori dell’allegra compagnia, hanno voluto misurarsi con un nuovo genere di commedia, quella poliziesca. Quale miglior modo per iniziare, se non con uno dei più celebri classici, firmato Agata Christie. Il dramma in questione è “Trappola per topi” un titolo, che la dice lunga e fa storia da sé. Un successo sin dalla sua prima rappresentazione, avvenuta nel 1952 al New Ambassadors di Londra e che da allora, continua in replica ininterrottamente ogni sera. Una trama intrisa da “giochi psicologici” dei vari personaggi, con tipica struttura a scatole cinesi – dentro una trappola se ne nasconde un’altra – forse è proprio questo il motivo della sua popolarità.
Il cast al completo (foto di Giuseppe Barbagallo)Il trailer in due atti, è stato rappresentato nei teatri di ben 45 Paesi e tradotto – nella sua versione letteraria – in 24 lingue.
Si apre il sipario e ci si ritrova all’interno di una vecchia casa inglese, vicino Londra, adattata a locanda. Si tratta di Monkswell Manor. Lo stile dell’arredamento, è quello tipico degli anni ’50.
Lo spazio scenico, ad opera di Andrea Marchese e Agatino Di Stefano, è ben organizzato piuttosto elegante e ben curato. A curarne gli interessi, due giovani albergatori intraprendenti alle prime armi, i coniugi Mollie Ralston (Rossella Sorge) e Giles Ralston (Salvo Gulisano). È il loro primo giorno di apertura e si trovano a dover ricevere, i loro cinque ospiti, durante una fitta bufera di neve.
Le condizioni climatiche, non lasciano presagire nulla di buono. Isolati dal resto del mondo, sono costretti ad una convivenza forzata. Il primo cliente ad arrivare è il giovane Christopher Wren (Andrea Piccione) uno studente di architettura, dall’aria stramba e misteriosa, a cui segue poco dopo, Mrs Boyle (Maria Grazia Cavallaro) esigente giudice in pensione, a cui niente e nessuno va a genio. È la volta di Miss Casewell (Chiara Compagnini) ragazza solitaria e irascibile e poi ancora del maggiore Metcalf (Antonio Palermo) ex militare. Ultimo in ordine di arrivo è Mr Paravicini (Luciano Leotta) figura enigmatica e rocambolesca, dall’abbigliamento stravagante e l’accento forzatamente straniero. Cinque eccentrici ospiti che sembrano nascondere e nascondersi qualcosa a vicenda. A turbare il clima già teso, una notizia alla radio. A Paddington, in Culver Street 24, è stata assassinata un’anziana signora e la polizia non ha idea di chi possa essere stato. L’omicidio battezzato dei “Tre topolini ciechi” pare abbia un legame con un fatto di sangue avvenuto anni prima. Tre fratellini erano stati affidati a un coppia di contadini dall’apparenza innocua, i quali però, li avevano seviziati uccidendone uno. La donna in questione, è quella contadina. La sua morte, fa scatenare il panico tra i personaggi. Sulla scia della filastrocca inglese “Tre topolini ciechi” a cui la fattoressa taglia la coda, il sedicente assassino compie il primo delitto e avvisa la polizia che ucciderà altre due volte. A scuotere ancora più gli animi, una telefonata inaspettata. A rispondere è l’ansiosa Mollie. La polizia, le comunica che tutti alla locanda sono in pericolo. Arriverà un’agente da Scotland Yard per proteggerli. Si aggiunge al quintetto, l’atteso sergente Trotter (Davide Marchese).
Come preannunciato, arriva puntuale il secondo omicidio. La vittima è Mrs Boyle.
Quale potrebbe essere il suo coinvolgimento? La situazione, sembra diventare sempre più enigmatica. Non ci sono dubbi. L’assassino è uno degli inquilini. Sotto quale travestimento si nasconde? Un via vai dei personaggi sulla scena, che si puntano il dito a vicenda. Tutti contro tutti.
Nel tentativo di giungere alla soluzione del caso, Trotter inizia a indagare sulla vita di ognuno degli ospiti. Cerca di ricostruire la scena del delitto, con un singolare e rocambolesco esperimento. Per poter verificare gli alibi, decide di fare interpretare ad ognuno di essi, la parte dell’altro. Questo passaggio, è l’elemento risolutivo del mistero. Quando si trova da solo con Mollie, tenta di ucciderla. Sarà lei stessa a svelare, di essere stata la maestra del bambino torturato. E la Boyle? Da giudice, aveva permesso l’affidamento dei tre bambini ai contadini.
L’aria si fa pesante, carica di suspance. Una trappola che coinvolge anche gli spettatori, attenti con gli occhi ben puntati sulla scena, per quello che è un finale imprevedibile. A rendere il tutto ancora più criptico, gli effetti sonori e i giochi di luce.
Si scopre che lo psicopatico omicida, è proprio il temerario Trotter. Il suo intento è vendicare il proprio fratellino. Ulteriore colpo di scena. Miss Casewell riconosce in Trotter, il fratello perduto. Il vero sergente di Scotland Yard, il maggiore Metcalf, smaschera il vero assassino. Il giallo trova risoluzione, lasciando il pubblico stupito ma compiaciuto.
«Un’impresa piuttosto ardua, affrontata da tutti con entusiasmo, impegno e dedizione. Abbiamo voluto metterci in gioco ancora una volta, puntando ad un nuovo genere. Ne siamo soddisfatti», è quanto ha affermato la regista, Paola Marchese, la quale anticipa il titolo del prossimo spettacolo in cantiere. Neil Simon con la sua “Strana coppia” la prescelta da inscenare in primavera.

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