Chef e sommelier, le professioni del futuro

L’enogastronomia rappresenta senza dubbio una delle migliori opportunità di creare lavoro e sviluppo per la Sicilia. Ma per poter competere alla pari con le altre realtà nazionali e internazionali, oggi occorre una preparazione specifica e un’alta specializzazione. I futuri chef e sommelier siciliani, una volta lasciati i banchi della scuola, devono essere in grado di competere su tutti i mercati. E proprio per prepararli a queste importanti sfide è stata organizzata una “due giorni” dalla società Civita Srl, in collaborazione con l’Istituto Superiore Fermi-Eredia, partner nell’ambito del piano formativo G.I.A.R.A. (Generare Innovazione nell’Agroalimentare per Rafforzare le Aziende), finanziato da Fondimpresa, il fondo interprofessionale costituito da Confindustria, Cgil, Cisl Uil, per guardare con consapevolezza ai mestieri del futuro come sono quelle di chef e sommelier.
Una full immersion con due docenti d’eccezione: lo Chef Sebi Sorbello (componente del direttivo F.I.C. Federazione Italiana Cuochi) e il Sommelier Vittorio Cardaci (delegazione catanese della F.I.S.A.R. – Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori), rivolta a una settantina di studenti delle tre classi dell’area Cucina, Enologia e Sala dell’istituto.
«Stare con i ragazzi è sempre un’esperienza bellissima, perché trasmettono il loro entusiasmo, la voglia di conoscere e andare avanti. Noi abbiamo l’obbligo – racconta Sebi Sorbello – di avvertire i ragazzi, però, che per diventare dei bravi ristoratori non basta essere dei buongustai, serve fatica, passione, studio. Attraverso il cibo, raccontiamo un territorio rispettando la tradizione, rivisitandolo  con un linguaggio moderno e innovativo».
«Conoscere il vino e il territorio – ha aggiunto Vittorio Cardaci – assimilarne il concetto di consumo ragionato e servizio è fondamentale. Sono le basi di un mestiere che deve mettere insieme competenze di cucina, enologia e sala».
«Abbiamo creduto molto in questa attività mirata al rafforzamento del binomio menù-vino – ha sottolineato Nanda D’Amore di Civita -. Ci è sembrato utile puntare un faro sull’enogastronomia perché è un settore che in Sicilia ha enormi potenzialità e ci sono forti segnali di crescita e di sbocchi lavorativi per i giovani. Non a caso si è voluto che i ragazzi della terza classe cucina preparassero dei piatti che, a loro modo, tra tradizione e innovazione, raccontassero un territorio, con la supervisione di un grande chef come Sebi Sorbello, per poi lasciare che i compagni della terza enotecnica abbinassero i migliori vini siciliani, consigliati da Vittorio Cardaci. Le scuole sono sempre più aziende che riescono ad andare avanti se hanno la capacità di intercettare nuovi flussi, nuove competenze, scommettendo sulla capacità di sviluppo e miglioramento e l’istituto Fermi- Eredia ha contenuti e requisiti».

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