L’Italia che vuole cambiare Renzi e la Cgil allo scontro

01 B FotoLa Democrazia non passa certamente dalla cosiddette “quote rosa” ma è un processo che deve vedere il coinvolgimento nella cosa pubblica del meglio che esprime la nostra società. Se le “quote rosa” devono diventare una sorta di porcellum a favore delle donne, allora è meglio lasciarle perdere. Dunque hanno fatto bene i parlamentari a bocciare tutti gli emendamenti per la parità di genere nell’Italicum. La Camera ha bocciato a scrutinio segreto l’emendamento bipartisan alla legge elettorale che prevedeva l’alternanza di genere nelle liste, proibendo di fatto che vi potessero essere due candidati dello stesso sesso uno dopo l’altro. E’ stato bocciato anche il secondo emendamento, pure questo bipartisan e pure questo respinto a scrutinio segreto, che prevedeva che nessuno dei due sessi può essere presente nelle liste in misura superiore al 50% per i capilista. Bocciato anche il terzo e ultimo emendamento che prevedeva la proporzione del 40-60% per i capilista. I voti contrari al primo emendamento sono stati 335, e i favorevoli 227. Nel secondo caso, l’emendamento è stato respinto con 344 voti contrari e 214 a favore. L’ultimo emendamento sulla parità di genere è stato bocciato con 298 voti contrari e 253 favorevoli.
Le donne ci sono rimaste male ma se ci riflettono o se hanno la pazienza di aspettare, capiranno che è meglio che sia andata così. In fondo quelle che sono state in Parlamento in questi ultimi anni non hanno dimostrato di essere migliori dei colleghi uomini e, seppur in maniera minore, ma solo perché erano di meno, sono altrettanto colpevoli per la situazione generale che si è venuta a creare. La qualità deve essere la condizione necessaria, indispensabile, inderogabile per la formazione della futura Camera dei Deputati. Una regola che deve valere per le donne che, senza dubbio, possono apportare all’Italia freschezza, dinamismo, innovazione e nuove capacità. Ma anche le donne, però, devono cominciare a scommettersi di più in politica perché finora molte non sono state e qualcuno tra loro non ha certo brillato per indipendenza e risoluzione.
Le donne possono rappresentare quel “quid” in più che potrebbe consentire a Matteo Renzi, e il nuovo corso della politica che egli vuole rappresentare, di raggiungere i traguardi prefissi. Infatti, mentre in Parlamento si parlava di “quote rosa”, Renzi è pronto al confronto duro, anzi durissimo, con una donna che è arrivata al vertice senza il paracadute di nessuna quota: la segretaria generale del Cgil, Susanna Camusso. Ognuno con le sue ragioni, ognuno con le sue argomentazioni, rappresentano due concetti diversi della gestione della cosa pubblica e in particolare del lavoro e della produzione. Bettino Craxi vincendo la battaglia, proprio contro la Cgil, sulla scala mobile cambiò le sorti dell’Italia e nel 1985 la portò ad essere la quinta potenza economica del mondo. Matteo Renzi, su altri temi, si scontra adesso di nuovo con la Cgil. Ribadiamo per lui la formula di rito con cui il Senato romano consacrava il nuovo imperatore: “Possa tu essere migliore di Traiano e più fortunato di Augusto”.

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