Lunedì mattina 12 consiglieri camerali (espressione di Fedarcom, Confcommercio, Confersercenti, Coldiretti e Cidec sostenuti da Cia e Confagricoltura che non hanno rappresentanti in consiglio per cavilli burocratici) hanno presentato le loro dimissioni a poche ore dall’orario fissato per la riunione di Consiglio in cui si sarebbe dovuto eleggere il presidente. Accordi saltati, rispetto e promozione del territorio andato in frantumi? In effetti era l’inizio – o il prosieguo? – di una guerra in cui sono Confcommercio e Confidustria le parti armate.
“La cordata dei dimissionari – dichiara uno di loro – si pone contro la supremazia di Confindustria e nel rispetto del tessuto economico commerciale che è l’anima su cui vive la città di Catania. Non avere nessuna rappresentanza in giunta impedisce al commercio di potersi esprimere anche e soprattutto per favorire una crescita del territorio che è profondamente mortificato in questo momento”.
Cosa succederà è chiaro a entrambe, ma gli occhiali da cui guardano hanno visioni speculari e chiaramente opposte. Secondo Confcommercio il Consiglio decadrà e si andrà a un nuovo commissariamento, forti del precedente verificatosi alla Camera di Commercio di Ragusa. Per Confindustria, invece, si perderà qualche settimana, magari un mesetto abbondante, ma il Consiglio rimarrà al suo posto. Con nuovi nomi certo che, su invito dell’assessorato regionale alle Attività produttive, le sigle dovranno fare pena la nomina d’ufficio.
L’alba del giorno dopo comunque una guerra l’ha vista. Quella delle conferenze stampa di entrambe le coalizioni. La prima per denunciare un accordo proposto da Confindustria a cui poi la stessa Confindustria si è sottratta con un “avete capito male”. La seconda per dire l’esatto opposto. E qualcosa in più.
Ma la guerra c’è o non c’è? Domenico Bonaccorsi che doveva essere il candidato principe alla presidenza della Camera di Commercio afferma che “non c’è nessuna guerra e mai c’è stata”. Ma se entrambe le parti parlano di esposti alla Procura della Repubblica, di diverse telefonate per proporre voti di scambio e “qualche dubbio sorto – si legge sulla nota di Confcommercio – sul collegamento tra la nomina del consigliere Bonura a presidente della Sac spa” qualche dubbio che la guerra ci sia viene eccome.
Si parla di un esposto che dovrebbe essere fatto contro i consiglieri dimissionari…
“Che lo facciano l’esposto. In questo caso – ci risponde Nino Barberi alla conferenza di Confcommercio – ci potrebbe essere uno dei consiglieri (Giampiccolo) che potrebbe avere qualche cosa da dire. Intervisti lui”.
Consigliere Giampiccolo pare che lei abbia ricevuto delle telefonate interessanti…
“Ho ricevuto tante telefonate interessanti – ci risponde Antonio Giampiccolo presidente della Cidec – e tante proposte interessanti. Stiamo parlando di eventuali tentativi di voto di scambio”.
Cose lecite?
“Non credo che il voto di scambio sia una cosa lecita e non credo sia né normale né legale”.
Dalla stessa persona o da persone diverse? E da quando?
“Da personaggi diversi… almeno tre. Iniziando da tre settimane fa, fino a domenica scorsa. Tutte prima di votare… prima dell’insediamento”.
Lei quanti voti ha?
Uno.
E per un solo voto farebbero tutto questo?
“Lei consideri che ci sono persone che sono state nominate negli aeroporti o in altre cose per il loro voto. Io spero che mi chiami la Procura, perché fino a ieri sera ho ricevuto telefonate…
Ieri sera? A dimissioni già presentate?
“Siccome bisogna rinnovare… cercano l’accordo prima”.
Ma non volete lo scioglimento del Consiglio?
“Certo che sì”.
Ma voi non potreste essere rieletti…
“Solo con il rinnovo del Consiglio”.
Un’ora dopo, alla conferenza di Confindustria, abbiamo incontrato Salvatore Bonura… qualcuno ha parlato di telefonate per voti di scambio.
“Se è così c’è la Procura della Repubblica a cui bisogna rivolgersi. Questo succede perché le telefonate ormai costano poco…”.
Eppure nonostante questo “la guerra non c’è – afferma Domenico Bonaccorsi -. Abbiamo addirittura accettato le proposte fatte da loro nella riunione che abbiamo avuto, ovviamente nel pieno rispetto della norma”.
Quindi la proposta non era vostra?
“Assolutamente no. Questa è un’altra bugia. La proposta era di Confcommercio e di altri. Condivisa da tutti i presenti. Una era l’allargamento della giunta da 4 a 6 componenti a costo invariato per l’ente. Queste proposte sarebbero andate alle categorie non sufficientemente rappresentante. Nonché la vicepresidenza a Confcommercio. L’altra proposta che era stata fatta era proprio di rinuncia al posto in giunta, avevamo subito espresso qualche perplessità e chiesto un parere al Mise”.
C’è un po’ di ironia su come la burocrazia in Italia a volte sia proprio celere…
“Non è così. È chiaro che un parere si chiede con urgenza. Anche perché avevamo una settimana di tempo. Invece Confcommercio aveva già deciso di chiudere e che il parere del Mise era un parere sbagliato. Il ministero ha detto «no, non potete rinunciare».
Cosa succederà adesso?
“La norma è chiarissima. Sostituzione dei consiglieri e nuove nomine tramite l’assessore regionale”. Quindi si procederà con la sostituzione oppure con la nomina d’ufficio. Questo comporterà un allungamento dei tempi di circa un mese e mezzo se non ci sono ricorsi”.
Avete intenzione di procedere con alcune denunce penali nei confronti dei consiglieri dimissionari. È vero?
“Personalmente non vedo dei profili penali in questo. L’accordo è caduto perché Confcommercio non voleva fare l’accordo. Da mesi. Non abbiamo mai telefonato. Non abbiamo mai detto nulla.
Il signor Agen, presidente regionale, ha dichiarato – continua Bonaccorsi – sei mesi fa, non adesso, che si sarebbero dimessi in numero sufficiente per fare cadere il Consiglio. È un disegno precostituito. Avremmo potuto promettere mare e monti”.
Della stessa idea anche Salvatore Bonura che dal 2 aprile è diventato presidente della Sac spa.
È stata espressa qualche perplessità nei confronti del suo incarico all’interno della Sac.
“Ognuno può esprimere le proprie perplessità. Io sono là per lavorare duramente con tutto l’impegno di cui sono capace e per cercare di dare uno sviluppo ulteriore all’aeroporto catanese”.
Cosa succederà adesso alla Camera di Commercio?
“Il decreto ministeriale 156 dice che in presenza di dimissioni vanno comunicate al presidente della regione che ha 30 giorni di tempo per chiedere alle categoria la sostituzione dei nomi. Prima di procedere d’ufficio”.
Il caso di Ragusa non è un precedente?
“No perché in quel caso mancava il presidente, la giunta e buona parte del consiglio.
Secondo lei si rischia un commissariamento?
“Secondo me no”.
Dopo due anni di commissariamento come mai tutta questa guerra proprio adesso? Ci sono interessi particolari?
Nessun interesse se non quello di esercitare un potere all’interno della Camera di Commercio.
Abituati ad avere la presidenza per oltre vent’anni ora fa male.
Quindi una possibile privatizzazione dell’aeroporto non c’entra nulla?
L’aeroporto è partecipato dalla Camera di Commercio. Sono sei i soci. Vero è che la Camera di Commercio ha il 36%, ma il restante 74% è degli altri.
Sì, ma diviso come?
“In base alle quote”.
Ma sono più o meno?
“Il 12% o altro. La Camera di Commercio ha la quota più grossa”.
“Quando era commissariata – subentra Carmelo Micalizzi della federazione Armatori – non si poteva fare nulla. La sentenza è arrivata a gennaio di quest’anno. È stata commissariata a causa del signor Agen, l’asso pigliatutto. Che sta perdendo tutto. Perderà anche Catania. Ha già perduto sette province”.
“Proprio oggi presenteremo un esposto – continua Micalizzi – in cui viene fatto un excursus della storia della Camera di Commercio. In vent’anni Confcommercio ha avuto sempre la presidenza e la maggioranza. Ora in questo frangente di assegnazione dei seggi è in minoranza con soli 12 seggi. 20 li ha Confindustria. Non si può mettere in minoranza chi ha vinto”.
Quanti sono i vostri associati?
“Non c’entra il numero degli associati. Loro hanno sbagliato la composizione. C’è un settore che si chiama agricoltura e pesca. Noi volevamo un posto al Consiglio – conclude Micalizzi – e ce ne hanno dati due. Mi hanno detto che io conoscevo i giudici. Come facevo a conoscere i 24 giudici che hanno valutato questa storia nei vari gradi di giudizio?”.
@MonicAdorno