Giochi di luci per rinvigorire la coscienza contro la mafia. Al teatro Verga con Pietro Lo Monaco

 

Sebastiano Lo Monaco in Per Non Morire di Mafia

Sebastiano Lo Monaco in Per Non Morire di Mafia (foto di Margherita Mirabella)

Una scena scarna, quasi nuda, pochi essenziali elementi tra i quali, predominante, una grande lavagna. Protagonista dello spettacolo “Per non morire di mafia” è infatti la narrazione, quella parola che si fa testimonianza, memoria storica collettiva, monito contro l’oblio e la negligenza.
Lo spettacolo, la cui prima è andata in scena martedì 8 aprile al Teatro Verga di Catania, si affida interamente alla bravura di Sebastiano Lo Monaco e alla sua narrazione asciutta e pungente che per un’ora conduce il pubblico lungo un viaggio che attraversa luoghi e ferite ancora aperte, passando in rassegna vittime e carnefici, eroi divenuti tali loro malgrado, per aver semplicemente perseguito un ideale di giustizia e legalità. Uno di questi è Pietro Grasso, ex Procuratore nazionale antimafia, ed autore del libro da cui prende spunto la stessa piéce teatrale.
Col procedere del monologo la lavagna si riempie poco per volta di tutti quei nomi e quelle parole che sono la chiave del racconto, componendo un grande mosaico che pian piano si imprime nella mente dello spettatore.
Quando il mosaico si completa Lo Monaco fa ruotare la lavagna nel cui retro c’è un enorme specchio che, ruotando, riflette la luce dei riflettori dall’alto sul pubblico, colpendolo come un raggio di sole che squarcia improvvisamente il buio della sala, come a svegliarlo dal torpore di semplice e passivo spettatore imponendogli risveglio e partecipazione.
E sempre lo specchio riflette ancora il pubblico che, con un improvviso e latente senso di straniamento, si ritrova catapultato, seppur di riflesso, sul palco.
Un abile e azzeccato gioco, grazie alla regia di Alessio Pizzech, le scene di Giacomo Tringali e le luci di Luigi Ascione, che lancia allo spettatore un messaggio chiaro e inequivocabile: a fare la storia non sono solo gli eroi.
La storia è fatta da singole azioni quotidiane, come il semplice ricordare, mantenere in vita e far rinascere quotidianamente ogni atto di chi ha creduto fermamente che anche la mafia, come ogni cosa, ha avuto un inizio, ha un’evoluzione e avrà, prima o poi, una fine.
Marco Salanitri

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