È da un po’ di tempo che non si parla dei nostri militari, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, bloccati in India. I due Fucilieri di Marina sono ormai detenuti, o “ostaggi”, come dice qualcuno, da oltre 27 mesi. Si pensava che dopo le elezioni indiane le cose potessero accelerarsi ma la vittoria del leader ultranazionalista del Bharatija Janata Party, Narenda Modi, potrebbe rendere le cose ancora più difficili.
Modi, in campagna elettorale, ironizzava sulla “italiana” Sonia Gandhi perché a suo dire, era lei che consentiva ai due italiani di non finire in carcere. Questo potrebbe significare un aspetto negativo ma non è detto. Intanto la strategia del Governo italiano è quella di battere la strada dell’aiuto internazionale. Il professore Gian Maria Farnelli sui Commentary dell’Ispi (l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), lo scorso 14 maggio, ha scritto: «Infatti, sebbene la nota “internazionalizzazione della vertenza” sia allo stato la strada migliore, non è da escludere una soluzione negoziata.
L’avvio di un procedimento internazionale costringerebbe infatti l’India ad assumere pubblicamente posizioni contrarie al proprio interesse nazionale con riguardo alla tutela dei militari all’estero – si ricordi che l’India è il terzo stato per personale militare e di polizia impiegato in operazioni della Nazioni Unite. Lo stesso procedimento potrebbe quindi essere un valido strumento di pressione per spingere l’India ad assumere una posizione negoziale più collaborativa, portando al raggiungimento di un accordo che il giudice internazionale si limiterebbe poi a fare proprio. Il nuovo corso annunciato dal governo italiano è quindi sicuramente da salutare con favore. Rimane solo da vedere, dopo due anni di “sospensione”, se la vicenda troverà la sua logica conclusione nel ritorno dei due militari in Italia per essere processati».