Catania “apre” il Water Front ogni prima domenica del mese. Buona l’idea ma urge completare viale Alcide De Gasperi

Il porto di Ognina subito dopo l'abbattimento del cavalcavia nel settembre 2004

Il porto di Ognina subito dopo l’abbattimento del cavalcavia nel settembre 2004

«Un autentico successo e un’esperienza che dimostra quanto i catanesi abbiano un grande bisogno di ritrovarsi con momenti di socializzazione che coinvolgano soprattutto le famiglie». Ha commentato così il sindaco di Catania Enzo Bianco l’esperimento di chiusura del Lungomare. Non c’è dubbio che abbia ragione. Purtroppo, come spesso accade in Italia, e quindi anche dalle nostre parti, si è perduto troppo tempo per fare le cose utili. Il progetto della pedonalizzazione del lungomare di Catania risale infatti al 2003. I lavori sono poi cominciati il 24 aprile 204, esattamente 10 anni fa. Ci furono alcune interruzioni e ripresero nel novembre 2005. L’obiettivo era concluderli entro 6 mesi ma qualcosa, come sempre, è andato storto.

Il progetto prevedeva la realizzazione della nuova arteria di viale Alcide De Gasperi e il “vecchio” lungomare sarebbe diventato una vera e propria passeggiata a mare con traffico limitato, con marciapiedi larghi, verde, abitazioni basse. Doveva essere eliminato il viadotto di Ognina liberando la chiesa e il borgo le cui vie, quando possibile, sarebbero arrivate fino al mare.
Adesso Enzo Bianco, confortato dall’ottima riuscita dell’iniziativa dell’1 giugno, che si ripeterà ogni prima domenica del mese (6 luglio, 3 agosto e 7 settembre dove di certo sarà il sole il vero protagonista di queste domeniche), ha inserito «il progetto di viabilità di scorrimento da piazza Europa a via del Rotolo, importantissima sia sotto il profilo della sicurezza antisismica sia sotto quello turistico, del costo di 12 milioni e mezzo di euro» tra quello da presentare al Governo nazionale. Gli altri tre, visto che il premier Renzi ha chiesto di indicarne quattro in totale, sono: il completamento della rete di metanizzazione dei quartieri del nord est della città, per sei milioni e mezzo di euro; il completamento della viabilità di San Giovanni Galermo, per cinque milioni di euro e il riattamento del Palazzo dello sport di Nesima, che costerebbe sei milioni».
Sei milioni per il Palazzo dello sport di Nesima?

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