Bene e male, uomo e donna, Jekill e Mrs Hyde. Un’idea di Eliana Esposito sul palco del Canovaccio

Una scena dello spettacolo di Eliana Esposito in scena al Teatro del Canovaccio

Una scena dello spettacolo di Eliana Esposito in scena al Teatro del Canovaccio

Una folle favola del futuro, liberamente tratta, anzi molto liberamente tratta, dal romanzo di Robert Louis Stevenson, in cui c’è una forte regressione del pensiero dell’uomo sulla donna, sulle sue capacità, sulla sua “utilità”. Nato da un’idea di Salvo Musumeci, subito colta da Eliana Esposito che di questa rivisitazione ne è l’autrice, Jekill e Mrs Hyde ha una strana location ottimamente ideata da Salvo Manciagli e che, anche grazie ad alcuni supporti video, sembra trasportarci nel futuro. A tratti ci fa quasi immaginare di essere su una navicella spaziale in cui si svolge la vita di strani personaggi dal vestiario parzialmente avveniristico e, per gli uomini, dalla mentalità radicata e assolutamente inestirpabile della superiorità del genere maschile. Il potere di quest’ultimo, nel testo, schiaccia la donna in quanto essere pensante, la relega a compiti di puro servilismo o di creatura esclusivamente “estetica”.

Nell’idea di Musumeci e nella rilettura di Esposito, Henry Jekill non tende più a separare semplicemente il “bene” dal “male” che vivono in un unico corpo, in tutti noi, bensì a sdoppiare le due personalità in conflitto nell’essere umano: femminino/mascolino.
Il dottor Jekill dello spettacolo messo in scena in questi giorni al Teatro del Canovaccio di Catania ed interpretato in modo eccellente da un più che convincente Giuseppe Carbone, grazie ai suoi studi, agli esperimenti e agli orrendi delitti che commette per le strade della città per ottenere materia utile per le sue stesse sperimentazioni, diventa Virginia Hide (sulla scena è la bella e brava Raffaella Esposito), ovvero il femminile di egli stesso.

«Virginia – ci dice Eliana Esposito – è il nome che ho pensato di dare a Mrs. Hide facendo riferimento a Virginia Woolf, la celebre scrittrice britannica attivamente impegnata nella lotta per la parità dei diritti tra i due sessi. Credo che la conquista della parità della donna, appartenente, tutto sommato, alla nostra storia recente, in realtà sia qualcosa un po’ apparente: il diritto al voto, le quote rosa obbligatorie e tanto altro… Questi non devono essere diritti “concessi”, ma diritti di cui si ha “diritto”. In realtà, non vedo ancora un vero riscatto e penso, piuttosto, che si sia fermi a parecchio tempo indietro».

Regia attenta e altamente esplicativa, dalle soluzioni geniali, quella di Saro Minardi: «Il testo che Eliana mi ha consegnato ha una traccia più cinematografica che teatrale e, pertanto, non è stato tanto semplice individuare il tipo di messa in scena. Lavorandoci, però, gradualmente è venuta fuori l’idea di questo ipotetico futuro, con percorsi in scena che, di volta in volta, rappresentano le strade, un cantiere o gli interni. L’essere nel futuro è evidenziato da una serie di trovate come quella, tra le altre, delle sedie rotanti su cui si siedono il ministro e Jekill durante le loro conversazioni. Tutto ciò, lavorando parecchio di immaginazione e nella speranza che questa immaginazione venga restituita al racconto e al pubblico».
E il finale?

«In realtà, Mrs. Hide è un essere inesistente che vive nell’immaginazione del protagonista, è una sua illusione, un suo sogno. Non è altro che la proiezione del femminile che ha dentro di sé, ma che lui ha represso per tutta la vita facendone solo una questione politica, esattamente come fa quel tipo di società inventata dall’autrice e in cui il maschio tratta la donna alla stregua di un animaletto domestico. Lui, Jekill, che crede di uccidere quella sua proiezione, in realtà uccide se stesso. Ecco che, con questo gesto finale e, secondo la loro mentalità quasi eroico, il femminile evapora e rimane il maschile consentendogli di riscattarne il genere».
Cast di tutto rispetto con interpretazioni degne di menzione e apprezzamento ed in cui, oltre ai già citati Giuseppe Carbone e Raffaella Esposito, figurano Emanuele Puglia, Salvo Musumeci, Carmela Sanfilippo, Fiorenza Barbagallo, Gianpaolo Costantino, Giada Caponnetti, Riccardo Coppa e Edoardo Monteforte. Aiuto regia di Gabriella Caltabiano, aiuto scenografo Gabriele Pizzuto, costumi Cool Lalla e art designer Antonio Zagame.
Vittorio Costa

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