Cambio al vertice della Ferrari. Marchionne dà il benservito a Montezemolo

Marchionne e Montezemolo

Marchionne e Montezemolo

Bravo, bravo, bravo, Tre volte bravo a Sergio Marchionne. Con una mossa ha vendicato migliaia, forse decine di migliaia, di “signor nessuno” senza alcun pedigree, superati spesso immeritatamente dal “figlio di…”.
È questo il paradigma del cambio al vertice della Ferrari tra Sergio Marchionne e Luca Cordero di Montezemolo. Quest’ultimo primogenito dei tre figli di Massimo Cordero, figlio secondogenito di Mario Cesare dei nobili marchesi di Montezemolo, Luca di Montezemolo appartiene a un’antica famiglia piemontese per generazioni al servizio di Casa Savoia, della quale sono rappresentanti il colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, vittima alle Fosse Ardeatine e il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo. C’è da rimanere a bocca aperta. In virtù di questo grandioso curriculum Montezemolo diventa presidente della Ferrari a 26 anni, l’età in cui la maggior parte dei giovani italiani vivono a casa con i genitori e sono o “bamboccioni” (come disse nel 2007 Tommaso Padoa Schioppa, il cui papà era a capo di grandi gruppi assicurativi e che comincia a lavorare a 28 anni in Banca d’Italia) o “sfigati” (come disse nel 2012 Michel Martone figlio di Antonio Martone avvocato generale in Cassazione, ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, a 27 anni docente universitario).

Forse può essere corretto utilizzare i rapporti “parentali” di qualcuno ma quel che è certo è che l’intelligenza non è per nulla ereditaria ed essere il figlio di un uomo brillante e importante non dà certezza di capacità.
In Italia, però, tra “raccomandati” e “predestinati” le cose sono andate assolutamente a rotoli: basta guardare le nostre università dove la successione padre-figlio o peggio ancora è una regola che le ha fatte sprofondare nei posti più bassi di tutte le classifiche mondiali di merito e qualità. Lo stesso dicasi per la Giustizia, la Medicina, il Giornalismo, insomma, per quasi tutto. Siamo arrivati al punto di rimpiangere la “raccomandazione” il cui istituto a volte riusciva a infrangere il sistema della successione di famiglia, specie nell’università. Da 20 anni a questa parte via libera assoluta e disastro totale ovunque.
Ma la Fiat è un’azienda privata ed ora lo è più che mai dopo la rinuncia agli aiuti statali e allo “sbarco” negli Stati Uniti.

Sergio Marchionne è figlio di un ex maresciallo dei Carabinieri, emigrato in Canada. Deve rendere operativa e produttiva la sua azienda, della quale la Ferrari fa parte e Montezemolo non è sulle sue corde. Forse le motivazioni del suo allontanamento sono diverse da quelle che abbiamo ipotizzato. Ma a noi piace pensarla così. Marchionne potrà avere mille difetti ma è fuor di dubbio la sua capacità. Ha preso in mano un’azienda al collasso e l’ha rilanciata alla grande sui mercati mondiali. Non c’è dubbio che la successione alla Ferrari sia legato alla necessità di avere una buona gestione, di ottenere risultati e di tornare a vincere. Montezemolo erano anni che non riusciva più a garantire tutto ciò, Marchionne sa perfettamente di potercela fare.
Buon lavoro.
Mat

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