Era impensabile che in appena dieci giorni Giuseppe Sannino potesse fare cambiare volto a una squadra che non ha mostrato anima. In ogni caso qualche pezza è stata messa a una formazione che al momento ha evidenziato solo di essere stata costruita male.
Intendiamoci, sulla carta la formazione rossoazzurra sembra tra le più forti della categoria, ma poiché tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare (in questo caso il campo e gli avversari), quello che in questo momento emerge è che i reparti tra di loro non sanno dialogare come dovrebbero e che il 4 3 3 forse non è il modulo adatto per gli uomini in rosa. Dunque per Giuseppe Sannino c’è ancora tanta strada da fare e tante modifiche da apportare alla squadra a partire dalla mentalità.
“Il Catania è una squadra ottima, con tantissima qualità”, hanno detto gli avversari che fino a oggi hanno incontrato i rossoazzurri. Qual è l’inghippo allora?
La difficoltà di adattamento alla categoria è il principale problema. In tanti, tra i giocatori, non hanno ancora capito cosa sia la serie B e cosa significhi giocare nel campionato cadetto.
I maggiori problemi li hanno dimostrati gli argentini: Peruzzi e Monzon in difesa, Castro e Calello a centrocampo e Leto in attacco. Dunque perché tutta questa fiducia per i sei, che vengono proposti e riproposti nell’undici titolare? Per la società rappresentano un patrimonio, da valorizzare per poter poi essere proposti nel prossimo mercato e poter realizzare tramite la vendita del loro cartellino importanti plusvalenze. Tuttavia, se non si adatteranno presto al campionato cadetto più che un valore aggiunto continueranno a rappresentare un problema.
Il Catania di Sannino procede a piccoli passi, di problemi in questo momento ne ha ancora tanti e se non riuscirà nelle prossime 5-6 giornate a recuperare i punti che la separano dalle zone alte della classifica, forse dovrà ridimensionare, e di molto, le sue ambizioni.
Questione di posizioni in campo, uomini e moduli: il neo tecnico dei rossoazzurri ha detto più volte di non essere un mago e neanche un santo, riferendosi al soprannome che gli hanno dato i tifosi di “SanNino”, ma per cominciare a sbloccare questa situazione dovrà imparare forse a fare dei miracoli o a trasformare i suoi giocatori in quel “branco di animali” che aveva detto di voler vedere in campo nel giorno della sua presentazione. Insomma, è arrivato il momento di mettere cuore e sudore per i rossoazzurri e mischiarli alla tecnica che i singoli giocatori hanno nel loro pedigree.
Domenica alle 18 arriva il Pescara. Come ai vecchi tempi, il Catania giocherà nel posticipo di serie B. Gli abruzzesi arriveranno al Massimino per la sfida in programma alle 18. Tra tutti i precedenti abbiamo scelto di raccontarvi quelli tra il 2004 e il 2006: tutte sfide senza storia con il Catania che ha collezionato 3 vittorie su 3, proprio in serie B. Nel 2004 con Colantuono in panchina furono i gol di Del Vecchio e Mascara a regalare la vittoria agli etnei.
L’anno successivo finì 2-1 per i rossoazzurri, in gol con il difensore Silvestri e Vugrinec. Il 2006, l’anno della promozione i gol furono di Spinesi (doppietta) e di De Zerbi: 3-0 e vittoria per la formazione allenata da Pasquale Marino, che dopo quella gara non arrestò più la sua corsa verso la promozione in serie A.
Antonietta Licciardello