L’Italia, il paese dell’incontrario: Bronzi di Riace troppo delicati per viaggiare… eppure abbiamo spostato la Costa Concordia

I Bronzi di Riace

I Bronzi di Riace

Quattro dirigenti del Comune di Genova nel 2014 hanno ottenuto premi nella busta paga tra i 6mila e i 17mila euro in più “visto il loro buon lavoro per la sicurezza idrogeologica della città”. E questa la più sconcertante delle notizie tra le tante, purtroppo tutte brutte, legate all’alluvione del capoluogo ligure. Nessuna meraviglia, in Italia i demeriti sono premiati molto, molto più spesso dei meriti. Come accadde al comune di Catania nel 2009, amministrazione Stancanelli, che ricevettero un premio per i risultati conseguiti anche i direttori di struttura che non avevano un centesimo per operare e, loro malgrado non fecero nulla, e perfino quelli del comparto economico con l’ente che si avviava, o forse c’era già, al dissesto finanziario.

L’altro episodio, per quanto assolutamente diverso, meno drammatico del precedente, che ha “allietato” le cronache italiane è stata la decisione di non mandare i Bronzi di Riace a Milano per l’Expo 2015. La commissione nominata dal ministro per i beni Culturali, Dario Franceschini, li ha definiti “troppo fragili per essere trasportati” e «non si può in alcun modo escludere un pregiudizio alcuno per la loro integrità e conservazione».
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, che le aveva richieste ha laconicamente commentato con un tweet: «Governo ha deciso: bronzi Riace non verranno a Expo. Come previsto, prevale pregiudizio politico. Li sostituiremo, ci perde solo la Calabria».
Vittorio Sgarbi, ambasciatore per la cultura della Lombardia, invece esplode e, oltre ad una lunga serie di insulti, ha detto: «I bronzi se li tengano in quel posto irraggiungibile che è la Calabria – ha aggiunto Sgarbi -. Anzi, forse è il caso di fare l’Expo a Reggio, e non a Milano, così è più comodo per i turisti. Ma io chiederò altri Bronzi, quelli dorati di Cartoceto, provincia di Pesaro. Sono anche più importanti, ma meno conosciuti».

A nostro parere gli insulti di Sgarbi ci stanno tutti e senza mezze misure. Perché diciamolo chiaro e senza mezzi termini, in una società che trasporta uova da secoli, che sta pensando di costruire gli ascensori per lo spazio e che – forse più importate di tutte – ha appena trasportato la nave della Costa dal Giglio a Genova facendola ri-galleggiare, solo pensare di poter dire che una cosa è intrasportabile fa imbestialire.

Il montaggio della Venere di Morgantina

Il montaggio della Venere di Morgantina

Calabria e Sicilia si tengono opere d’arte che non vede nessuno e che nessuno quindi paga per vedere. Abbiamo – al momento – gioielli bellissimi di inestimabile valore che non rendono un centesimo. Eppure noi li teniamo lì, non solo segregati, ma senza nessuna pubblicità che inviti qualcuno a vederli. Ma come si può essere tanto insulsi e ottusi?
E se per caso qualcuno ci chiede “in prestito e pagando” queste opere per esporle a Parigi o in qualunque altra parte del mondo, la nostra risposta è sempre e soltanto No. Però questo no è accompagnato dal sorriso compiaciuto del mondo archeologico italiano (non tutto fortunatamente) che neanche ci guadagna qualcosa per questo sorriso.

Giusto per fare un esempio la Venere di Morgantina tornata da tre anni dagli Stati Uniti in Sicilia langue solitaria e Carmelo Caruso ha scritto su Panorama: «Non la corteggia nessuno, le luci sono spente, la polvere si è già appropriata del suo panneggio di calcarenite, così la Venere o Dea di Morgantina è stata sepolta nuovamente».
L’ex assessore Mari Rita Sgarlata poco meno di un anno fa aveva stilato persino un tariffario per le opere nel quale però ce ne sono 23 – le più richieste riteniamo – non prestabili perché “essenziali nella valorizzazione del nostro patrimonio culturale”. «Un sistema – ha spiegato l’archeologa Flavia Zisa, docente dell’Università di Enna – per nascondere l’incapacità di far vedere le opere»

Anche la Venere doveva essere “un investimento per il futuro” disse l’allora assessore regionale Sebastiano Missineo. Un futuro ancora da venire purtroppo. E in attesa di questo futuro ci teniamo opere d’arte bellissime e irraggiungibili, che non vede nessuno, non producono nulla e hanno bisogno di spese per mantenerle. Ma non siamo geniali?
Mat e Map

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