In queste settimane impazza la febbre dei fichi d’India e sono tanti i comuni in Sicilia che lo festeggiano dedicandogli sagre e feste. Uno di questi è Militello, già inserito per il suo splendido barocco tra i luoghi tutelati dall’Unesco, che fino a domani (domenica 19 ottobre) ospita la sagra del Fico d’india e della mostarda.
Un percorso suggestivo e profumato che celebra le papille gustative grazie agli assaggi che i vari stand propongono ai passanti: dalla mostarda, alla cotognata ai fichi d’india dolcissimi e succosi nati in questa terra che, dopo secoli passati dalle colate laviche che l’hanno sommersa, conservano i minerali giusti per esaltarne il sapore.
Approfittando dell’ospitalità di una coppia di amici che da poco hanno aperto un albergo diffuso (una versione più ampia del B&B che non deve allargarsi dai troppo dai confini del centro storico) abbiamo passeggiato e ammirato questa cittadina sotto il sole cocente e i riflettori della luna scoprendo piccoli scorci e storie di un tempo che fu che meritano di essere conservate.
- Bastarduni
- Aspettando la mostarda
- Angoli di festa e la sfilata dei carretti siciliani
- Angoli di festa
- Biscotti alle mandorle
- La facciata superiore dell’Albergo diffuso che ha ospitato Cecilia Gayle
- Canzoni dei Pooh e altre cover aspettando Cecilia Gayle
- Cecilia Gayle e sei ragazze della scuola di danza di Alfia
- Biscotti col vino cotto e non solo….
- Fichi d’India e bastardoni… leccornie
- Non abbiamo capito se è bravo lui o se è davvero buono “Unnimaffissu” 😉
- La reception dell’Albergo Diffuso, una specie di B&B con una filosofia più allargata purché ristretta in poche centinaia di metri
- Fichi d’india di Militello
- Prendi, monda e mangia… anche a mani nude!
- fichi secchi
- In giro tra gli stand di Militello
- Infioratori di Noto a Militello
- Infioratori di Noto a Militello 2
- Infioratori di Noto a Militello 3
- I mastrazzoli dello stand di Grazia, dolci leccornie da provare
- Mostarda calda con le noccioline
- mostarda fredda
- Paiolo e mostarda
- Una bellissima porta del centro storico
- Tutte pronte per un assaggio da offrire
- Un’ora di musica con Cecilia Gayle
- raduno motociclistico sotto la chiesa madre
- La piazza della mostarda calda
La più bella di queste storie riguarda la Chiesa Santa Maria della Catena. Un nome che nome non è, e che serve solo a riconoscerla tra le mille di Militello. Costruita nel 1500 è la prima in Sicilia che è stata dedicata alle Sante Donne siciliane. Ce n’è una seconda, ma è di settant’anni dopo ed è stata costruita a Palermo. Santa Maria della Catena è piccola, raccolta e sfoggia un bianco abbagliante in ogni sua edicola. Anche se un tempo è stato il color oro il vero protagonista dei suoi interni, ma fino all’arrivo della peste e alla credenza (corretta del resto) che l’unico modo per disinfettare tutto fosse quello di coprire ogni cosa con la calce. E così fecero. Anche per salvaguardare i vivi dal rischio pressante della malattia, visto che all’interno della cripta nascosta sotto il pavimento venivano seppelliti i morti di peste.
La chiesa ha decori e fregi classici e due simpatiche particolarità: i melograni che simboleggiano la fonte della ricchezza e dell’abbondanza e che ben si sposano con l’immagine femminile. E le mele cotogne che hanno (o meglio avevano) invece un sapore polemico oltre che unico. Chi finanziò la costruzione della chiesa, infatti, contribuì al cambio il detto del tempo e per dichiarare di voler far morire d’invidia qualcuno da allora si disse “ti fazzu ncutugnari”, dalle mele cotogne appunto.
Il soffitto a cassettoni con i disegni arabeggianti, già restaurato, è rimasto in piedi anche dopo il terremoto del 1693.
Un’altra caratteristica curiosa di questa chiesa è che essendo di una confraternita ripropone la doppia porta d’ingresso: a sinistra quella dedicata ai vivi, a destra quella dedicata ai morti. Niente di strano quindi che quelle di sinistra risultano – così come in ogni chiesa di confraternita – le più usurate.
E ora godetevi la galleria fotografica, potreste anche riconoscervi…
Monica Adorno
- Le due porte che caratterizzano le chiese delle confraternite. Quella a sinistra per i vivi, quella a destra per i morti…
- Chiesa Santa Maria della Catena, la prima in Sicilia a essere dedicata alle sante donne
- la chiesa delle donne
- L’altare della chiesa delle donne
- Il coro della chiesa delle donne
- Il soffitto a cassettoni della chiesa delle donne
- Una chiesa con una facciata bellissima che è praticamente impossibile fotografare di fronte per la vicinanza dei palazzi
- Un tempo questa piazzetta era la navata della chiesa e quello in fondo l’altare
- Scorci di Militello
- Scorci di Militello
- scorci di Militello
- Queste abitazioni risalgono al 1400 ed è l’altezza delle porte – fatta su misura della gente di quel tempo – a svelarci il segreto
- Queste tre case sono il primo esempio di edilizia sociale costruita a Militello per chi non aveva un tetto
- passeggiando per Militello
- passeggiando per Militello
- passeggiando per Militello
- Ospiti eccezionali a Militello
- le fondamenta del castello di Militello
- La villa di Militello
- La statua della Madonna con la luna
- La fontana tirata a lucido per la sagra
- In attesa delle chiavi della chiesa che non sono mai arrivate
- Il bastione della Biblioteca Branciforti
- All’interno di questa torre – chiusa – si nasconde una splendida scala elicoidale
- La via Baudo a Militello è ovviamente dedicata al Pippo nazionale