Il Catania rischia di naufragare: il progetto messo su a inizio stagione fa acqua da tutte le parti e continuare a non riconoscere gli errori fatti, potrebbe essere deleterio per una squadra che non solo in questo momento non è in grado di ottenere una promozione in massima serie, ma per quanto visto in campo rischia anche di non riuscire a ottenere una comoda salvezza nella cadetteria.
È crisi nera, di risultati, di prospettive e anche i supporter etnei dopo essersi arrabbiati e aver protestato, hanno scelto la strada dell’indifferenza perché di vedere il Catania annaspare proprio non ne possono più.
Gli etnei hanno perso tre partite consecutive, contro Frosinone, Bari e Spezia, sono stati sempre costretti a giocare con formazioni rimaneggiate e l’allenatore Giuseppe Sannino ha avuto grandi difficoltà a riuscire a mettere in campo una formazione competitiva. Ma quello che ha stupito di più non è stata la prestazione dei giovani ragazzi della Primavera, che sono stati chiamati a tappare tanti, evidentemente troppi, buchi in campo, ma la performance dei più esperti quelli cioè che questa squadra avrebbero dovuto farla decollare.
VENTRONE IL “MARINE”
Sono passate 9 giornate e il campo ha detto che la preparazione atletica non ha portato quella rivoluzione che si attendeva. Stessi problemi dello scorso anno, forse addirittura alcuni peggiori, quando a dirigere la preparazione atletica c’era Roberto De Bellis. Oggi il preparatore si chiama Giampiero Ventrone, il professore che ha all’attivo stagioni vincenti con Juventus, Napoli e Siena e che tutti chiamano il ‘Marine’ per i suoi duri metodi di allenamento. Sistemi però che a Catania non stanno funzionando. A guardare la lista degli infortunati (Castro, Terraciano, Rolin, Almiron, Capuano, Spolli, Rinaudo, Lovric, Piermateri, Calello) è evidente che qualcosa non va. È chiaro non è possibile attribuire le colpe di questi KO solo alla preparazione atletica, perché anche la sfiga in questa situazione ci ha visto benissimo, ma dire che quanto progettato non sta producendo i frutti sperati è certamente una verità.
A non funzionare sono poi anche difesa e centrocampo, non la stessa cosa si può dire per l’attacco, l’unico reparto che fino a ora abbia retto veramente, ma che continuando in questo modo rischia di spegnersi inesorabilmente. Rosina, Calaiò e Martinho non possono essere gli unici a continuare a predicare nel deserto.
DOMENICA IL MATCH CONTRO IL VICENZA
Il Catania riceverà domenica in casa il Vicenza degli ex col dente avvelenato Moretti e Sciacca e di quell’Antonio Ragusa che in estate era stato a due passi dalla società di via Magenta, per poi accasarsi ai biancorossi e fare faville. Un giocatore che certamente sarebbe tornato utile alla causa rossoazzurra in un momento poco felice come questo.
Tra le due squadre ci sono solo 4 punti di differenza in classifica, ma una distanza abissale le separa. Gli etnei erano, infatti, stati costruiti a inizio stagione per ottenere una promozione a mani basse, mentre i veneti sono stati ripescati in serie B solo a fine agosto, per sostituire il Siena fallito e dunque si sono ritrovati a dover organizzare in pochissimi giorni un campionato di seconda divisione.
Sannino faticherà ancora una volta per poter scegliere undici titolari: oltre i già noti infortunati dovrà fare a meno degli squalificati Cani e Gyomber. Potrebbe dunque decidere di puntare nuovamente su Parisi a destra, giovane terzino classe ’95 che ha mostrato di avere un’importante personalità. In preallarme anche Garufi, che potrebbe ottenere una maglia da titolare in mediana.
Antonietta Licciardello