Quel fenomeno dei Subsonica… a Catania in toccata e fuga

Subsonica

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I Subsonica nascono a Torino nel cuore degli anni Novanta come fenomeno underground, arrivano infatti dalle cantine dei Murazzi, non hanno santi in paradiso e riescono in pochi anni a farsi portavoce di un’intera generazione proponendo un mix vincente di rock ed elettronica unito a testi mai banali e attenti a tematiche sociali e spesso controverse.
Una delle poche band italiane provenienti dal circuito alternativo, insieme a Verdena, Afterhours, Massimo Volume e poche altre, capaci di cavalcare l’onda di un intero ventennio senza mai un momento di stanca.

Ma dopo vent’anni forse anche i più oliati e ben congegnati meccanismi cominciano ad accusare i contraccolpi della routine e dello stress da music business.
Giunta alla sua settima fatica, Una nave in una foresta, la band torinese decide di intraprendere un tour promozionale in giro per le Feltrinelli di alcune città in giro per lo stivale, toccando anche Catania.

L’evento in questione, proposto come presentazione ufficiale del disco, finisce piuttosto per configurarsi come un’operazione per lo più di chirurgico marketing.
Dopo alcune brevi e rituali domande rivolte da un giornalista alla band, si passa subito allo showcase, ma i cinque torinesi non si sprecano e liquidano in appena venti minuti la performance con l’esecuzione di cinque brani, tre nuovi e un paio di evergreen come Istrice e Tutti i miei sbagli.

Subsonica

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Non c’è più tempo e il firmacopie incombe. Bisogna lasciar spazio a tutti i fan che hanno appena acquistato una copia dell’ultimo cd per ottenere il fatidico pass, un braccialetto rosso per mettersi in coda e accedere poi all’area riservata all’incontro con la band, giusto il tempo di una foto, una firma scarabocchio sul cd e via andare.
I locali della Feltrinelli sono stracolmi, soprattutto di giovanissimi. Considerato che è più il tempo impiegato dalla band a dedicarsi al firmacopie che quello utilizzato dalla stessa a suonare la propria musica rimane poco altro da aggiungere. Lasciamo al lettore le proprie conclusioni.
M.S.

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