Inizia come ogni anno la celebrazione dei morti che in Sicilia ha un sapore e un gusto particolare. Non per forza legati alla specialità culinarie, che da noi non mancano mai, ma soprattutto a una sorta di filosofia e ironia che rende lieve la comprensione del lutto e di chi non c’è più ai nostri bimbi. Solo l’idea di festeggiare “i morti” infonde spesso un brivido agli italiani del nord, ma questa tradizione, così comune nel Mediterraneo, serve a infondere l’idea che il mondo dei vivi e quello dei morti non sono poi così distanti. Ed ecco perché i regali ai bimbi che “arrivano” da chi non c’è più. O i biscotti che hanno le stesse sembianze – non il gusto, per carità! – delle ossa e, di queste, la stessa durissima consistenza. Li caratterizza un’attesa al sole (o all’asciutto) per un paio di giorni, prima di cuocerli in forno a 160° per circa 20 minuti. L’impasto mette insieme zucchero e farina in egual misura, un terzo d’acqua, chiodi di garofano e cannella.
La festa dei Morti rinnova una volta di più l’importanza che il siciliano in genere, e il catanese in modo particolare, danno all’ironia.
Oltre ai dolci tipici di questo periodo in ogni paesino o città non può mancare la classica fiera che oggi pomeriggio (alle 16,30) aprirà anche a Catania, nel parcheggio Fontanarossa dell’Amt con la benedizione dell’assessore alle Attività produttive, Angela Mazzola. Tra gli stand (200) che troverete all’interno sono previsti prodotti tipici e artigianali, immancabili scarpe e abbigliamento, e da quest’anno anche un’area food e ristoro. La fiera rimarrà aperta fino al 2 novembre.
@MonicAdorno