La domanda sorge spontanea: c’è ancora un Governo regionale a Palermo? Dopo le ultime polemiche, per la maggior parte tutte all’interno del Partito Democratico, su Rosario Crocetta e la sua squadra di Governo sembra essere calato un velo di silenzio. In fino dei conti dovrebbe essere un buon segno. Ci sarebbe da pensare che finalmente, senza il clamore dei litigi, presidente a assessori possano finalmente lavorare e produrre per la Sicilia. In effetti, con la contingenza politica che c’è a destra, Crocetta ha veramente da dormire sogni tranquilli. Forza Italia sembra essersi liquefatta e quel poco che resta si sta anche spaccando. Vedi le polemiche nazionali tra Fitto e Toti e quelle regionali tra Romano e Gibiino. I centristi corrono tutti alla corte di Renzi di cui Crocetta è fedele alleato. Matteo Salvini, che sta lavorando all’unico progetto politico valido a destra è troppo lontano ed i grillini ormai fanno acqua da tutte le parti.
Dunque in Sicilia è scoppiata la pace. Unico sommovimento al comune di Palermo dove il sindaco Leoluca Orlando non modifica la sua giunta a afferma serenamente: «Ho mandato a quel paese il Pd». Così Rosario Crocetta, senza più nemmeno il Commissario dello Stato a mettere i paletti, si appresta a varare la nuova finanziaria. Un bilancio regionale che continuerà nella severa linea dei tagli e del risparmio, aiutato dall’autorevolezza dell’assessore Alessandro Baccei, indicato da Graziano Delrio e quindi da Matteo Renzi in persona.
Nel prossimo strumento finanziario della Regione siciliana, Crocetta ha già annunciato che ci saranno delle importanti riforme che riguarderanno il pubblico impiego e quindi toccheranno in maniera sensibile tutti i dipendenti regionali. Una cosa che si dice da anni ma che nessuno fa mai. Forse questa è la volta buna per eliminare vecchi privilegi inaccettabili e premiare quelli che hanno capacità e buona volontà. Mentre si mette a punto la Finanziaria, Crocetta afferma che vuole mettere mani alla Formazione. Necessario approvare presto la legge sulla formazione – ha detto il presidente della Regione -. La vicenda fa comprendere molto bene come spesso il disagio salariale dei lavoratori derivi dal cattivo comportamento dei rappresentanti degli enti di formazione, come viene palesemente dimostrato in questo caso.
Registriamo drammaticamente un altro grave caso che non deve assolutamente mettere in pericolo il posto di lavoro dei dipendenti. Per risolvere questo problema non c’è alternativa rispetto alla rapida approvazione della legge sulla Formazione che garantisce, con l’istituzione dell’albo dei lavoratori e dell’agenzia per la gestione delle situazioni di crisi, occupazione e sostegno al reddito per i lavoratori. «Occorre fare presto, incardinando subito la legge. Il Parlamento, invece di impegnarsi continuamente a discutere su mozioni di censura, di sfiducia, cominci a fare le leggi. La Sicilia, i lavoratori e gli imprenditori ne hanno bisogno».