Alimenti ed etichette. Ecco cosa cambia da domani e cosa non va secondo il Codacons

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Le nuove etichettature per alimenti

Da domani, sabato 13 dicembre, entrerà in vigore il regolamento comunitario 1169/2011 che uniforma l’etichettatura degli alimenti nei paesi Ue affinché il consumatore riceva informazioni essenziali, leggibili e comprensibili per effettuare acquisti consapevoli.
In effetti (come specificato dal Sole 24Ore) poco cambia per gli alimenti che si acquistano al supermercato se non l’obbligo di usare caratteri più grandi e leggibili, ove questo sia possibile, e specificare – finalmente – i tipi di grassi utilizzati. Quindi “olio di girasole” o “grasso vegetale di palma” per fare un esempio. Un grande passo avanti viene fatto con gli allergeni, ed ecco quindi che dovranno essere indicati – con un carattere diverso dal resto – per obbligo la presenza di glutine, frutta in guscio, arachidi, sesamo, pesce, molluschi e crostacei. Ma anche latte, soia, sedano, anidride solforosa, lupini o senape. Quindi regole più precise nei “supermercati”, ma stesse regole dovranno essere impiegati nei prodotti venduti sfusi e nei ristoranti intesi in senso lato, quindi dalle trattorie alle catene di fast food.

E dal 2015 le regole aumentano per pesce carne e affini. Da aprile, infatti, bisognerà indicare le tecniche di cattura per i pesci e il luogo di allevamento e macellazione per tutti i tipi di carne (suine, caprine, ovine, pollame) estendendo l’obbligo che fino a ora era riservato alla carne bovina.

Le etichette di tutti gli alimenti dovranno riportare: denominazione, elenco degli ingredienti, quantità relativa e netta, scadenza, metodo di conservazione, nome del produttore o di chi ha importato il prodotto, il paese d’origine, le istruzioni per l’uso e il volume alcolometrico per le bevande che contengono più dell’1,2% di alcool.

In sostanza quindi le novità sono pochissime ma la rivoluzione in atto riguarda i prodotti sfusi e per i posti in cui si cucina e si mangia. Dai bar ai ristoranti, dalle mense agli aerei, dalle pasticcerie alle bancarelle della fiera agli ospedali. E la rivoluzione c’è tutta non solo per l’indicazione che bisogna dare sugli alimenti ma anche, e soprattutto, per gli aspetti legati agli allergeni nelle cucine in cui i menù cambiano continuamente.

Francesco Tanasi del Codacons

Ed è qui che il Codacons mette l’accento. «Nuove regole – afferma Francesco Tanasi segretario nazionale Codacons – sicuramente favorevoli ai consumatori, ma che nascondono anche insidie e criticità tali da rendere inapplicabili alcune misure della nuova normativa.
«In particolare l’obbligo per ristoranti, mense, bar, gelaterie, pasticcerie, bancarelle ecc. di indicare nei menu tutti gli ingredienti dei piatti serviti allo scopo di segnalare la presenza di sostanze che provocano intolleranze, scatenerà un vero e proprio caos nel settore della ristorazione – denuncia Tanasi -. Si pensi ad esempio a quei locali che cambiano di giorno in giorno i menu, elaborando i piatti sulla base delle materie prime disponibili quotidianamente. O ai catering e ai buffet, nei quali sono presenti centinaia di prodotti diversi. Riscrivere i menu comporterà inevitabili costi per gli esercenti, che con ogni probabilità verranno scaricati sui consumatori.

«Le nuove regole non potranno garantire totalmente la salute degli utenti – continua Tanasi -. Questo perché è materialmente impossibile evitare possibili contaminazioni all’interno delle cucine dove vengono preparate le pietanze, attraverso cibi che entrano in contatto tra loro. Per tale motivo il regolamento comunitario, per quanto concerne la ristorazione, rischia di tradursi in una misura abnorme, costosa e inapplicabile. Ciò che serve, invece,  – conclude Tanasi – è indicare sulle confezioni dei prodotti alimentari la provenienza delle materie prime, per tutelare le produzioni italiane e far sapere ai consumatori da dove vengono i cibi che si mettono in tavola».

Se è vero che le regole andranno applicate nei Paesi di tutta Europa è bene precisare che l’Olanda si è dissociata dichiarando questo regolamento inapplicabile alla ristorazione o sul banco di lavoro di un pizzaiolo.

Monica Adorno

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