Catania in caduta libera: quattro sberle dal Livorno. Adesso è incubo…

ct Perde ancora il Catania, mostrando gli enormi limiti di questa stagione. Il Livorno si impone 4-2 sui rossoazzurri, che si erano illusi di vincere con una rimonta durata 21 minuti; poi lo scontro con la realtà e una sconfitta che pesa come un macigno. I rossoazzurri, infatti, in classifica precipitano in sedicesima posizione. I rossoazzurri sono vicinissimi alla zona play out. Al Picchi di Livorno, Sannino che deve fare a meno degli infortunati Gyomber, Peruzzi, Rolin, Monzon, Castro, Almiron, e degli squalificati Rinaudo e Leto decide per un inedito 3-5-2, con Frison tra i pali, Sauro, Spolli, Capuano in difesa, Escalante, Rosina, Odjer, Chrapek, Martinho in mediana e Cani in attacco a supportare Calaiò. I rossoazzurri partono bene, facendo tanto possesso palla, ma a passare sono subito i padroni di casa. Dopo 8 minuti di gioco la difesa appare troppo statica e ad approfittarne è l’attaccante degli amaranto Jelenic, che batte un Frison non del tutto incolpevole. Il Catania accenna una debole reazione, prima che arrivi un’altra tegola per Sannino. Capuano non ce la fa ed è costretto a uscire: il difensore napoletano si ferma nuovamente per un problema muscolare. Al suo posto l’allenatore inserisce il giovane 19enne Parisi. Sannino è spazientito per l’ennesimo infortunio e in panchina si sbraccia in maniera frenetica. Gli etnei non ci stanno proprio a subire l’ennesima sconfitta e trovano un pareggio insperato con Chrapek. Il centrocampista polacco riesce a riportare il match in parità sfruttando alla meglio un’occasione in area. Ma al di là degli evidenti limiti difensivi, il problema degli etnei sta tutto nel fatto che continuano a perdere pezzi. Infatti, gli infortuni muscolari prima della fine del primo tempo salgono ancora, perché a farsi male è anche Martinho, che si è fermato nuovamente dopo tre settimane di stop. Dentro Jankovic. All’inizio del secondo tempo la manovra è tutta del Catania. Gli etnei pressano, sono propositivi, insomma sembrano quasi un’altra partita. Match decisamente più divertente. Non passano neanche 10 minuti che Cani se ne va palla al piede e viene atterrato in area. L’arbitro senza alcun dubbio decreta il rigore. Sul dischetto va il bomber Emanuele Calaiò, che come un cecchino infallibile porta in vantaggio i rossoazzurri. Ma la situazione infortuni si fa davvero tragica perché il Catania perde anche Rosina, fino ad allora faro del centrocampo etneo. Al suo posto il giovane Garufi. Tre infortuni in una sola partita. Ma a questo punto, la situazione degli etnei diventa davvero un caso: gli infortuni muscolari dei giocatori rossoazzurri con quello odierno salgono a 25, dopo appena 18 giornate: veramente difficile da capire cosa stia succedendo a Torre del Grifo. Il Livorno nonostante le grandi difficoltà riesce a trovare il pareggio con un tiro di Jefferson da lontano, sul quale Frison mostra tutti i limiti che in questi anni al Catania gli hanno provocato sempre tante critiche. Il Catania accusa il colpo, non tiene più il campo. Ma la cosa drammatica è che crolla inspiegabilmente, tanto che Galabinov cambia il volto del match e realizza anche il terzo gol per il Livorno. Come se non bastasse Calaiò si divora anche il gol del 3-3. Poi gli amaranto hanno anche il tempo di dilagare con Siligardi che cala il poker. Inspiegabile, potremmo dire assurdo quello che è successo: il Catania fino a dieci minuti dalla fine conduece il match per 2-1, ma si ritrova ancora una volta a dover fare i conti con l’ennesima sconfitta lontano dal Massimino. MaTo

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