Vittorio Sgarbi cura e inaugura le “croste” della mostra “Artisti di Sicilia”… ma la sua è solo ironia?

Il tavolo della conferenza stampa

Il tavolo della conferenza stampa

La mostra “Artisti di Sicilia. Da Pirandello a Iudice” a cura di Vittorio Sgarbi ha regalato, un’anteprima di “luci”, “fuochi” e “colori”. La grande collettiva realizzata da Exa – Mondi Nuovi, promossa dal Comune di Catania, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Siciliana – Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana ed Expo Milano 2015 è stata inaugurata venerdì scorso con uno spettacolo di “fuochi barocchi” che ha visto protagonista indiscusso il Castello Ursino. Protagonista indiscusso non solo nella possanza che dimostra il castello dall’esterno ma anche nelle parole che Sgarbi ha pronunciato durante il suo discorso previsto per le 11 e tenuto solo alle 13.
“Per la prima volta il Castello Ursino apre le porte a una mostra globale. Ed è bellissimo sapere tutti i visitatori che verranno a guardare queste “croste” (sì, Sgarbi da curatore ha detto proprio croste, nda) avranno la possibilità, girando lo sguardo, di ammirare le vere bellezze che sono custodite in questo posto. Pezzi unici e di una bellezza incredibile».
Ha detto di più ovviamente ma questo virgolettato che ha scandito anche il tour con cui ha condotto giornalisti e “infiltrati” nell’anteprima al vernissage ha lasciato tutti a bocca aperta e conclamato il suo modo ruvido di esprimere una verità.

È durato due ore il tour con Sgarbi, sempre accompagnato dall’assessore ai Saperi e alla Bellezza, Orazio Licando, in un paragone in crescendo tra le trecento opere degli artisti siciliani esposte per l’occasione e quelle che sono lì da sempre patrimonio del maniero. Passando da “questa scultura è un aborto” alla descrizione tecnica del supporto dell’opera successiva quale vera opera di pregio.
Ci sono voluti dieci giorni per allestire “Artisti di Sicilia” però alla fine è l’allestimento la parte peggiore che vedrete. Non c’è un quadro che potrete ammirare senza un’ombra e se anche lo troverete illuminato non appena vi avvicinerete sarà la vostra l’ombra che vi sorprenderà.
Eppure il bello non può mancare in “Artisti di Sicilia”, una collettiva che riunisce per la prima volta in un unico luogo, la più importante produzione artistica isolana. Un’impresa che ha fatto parlare di sé sulle pagine delle più autorevoli testate nazionali e internazionali, (solo per citarne alcune: “Il Giornale”, “La Stampa”, “Il Corriere della Sera”, “Il Sole 24 Ore”, “Panorama”, “Il Messaggero”, “Il Mattino”, “The New York Times”, “Wall Street International”); e in trasmissioni televisive nazionali (“Tg1”, “Tg5”, “Rai Cultura” e “Sky Arte”). Senza dimenticare il “New York Times” che l’ha definita “The exhibition of the century” (la mostra del secolo), già contesa dai più importanti musei internazionali.

Ad oggi sono giunte agli organizzatori – Gianni Filippini (ideatore e produttore), Giovanni Lettini (direttore artistico) e Sara Pallavicini (direttore creativo) – richieste da New York, Londra, Parigi, Barcellona e Dubai. Per questo motivo la mostra si candida a bandiera dell’arte e della cultura italiana nel mondo: lo sarà ad Aprile a Bruxelles, dove rimarrà fino alla partenza per Londra e poi, a ottobre prossimo, New York.
E ancora una volta tocca agli americani ricordare agli italiani quello che rappresentano nel mondo dell’arte e della cultura. «Questo progetto culturale itinerante – commenta l’ideatore e produttore Gianni Filippini – prende vita dall’unione tra pubblico e privato. E infatti, dalla collaborazione con il Comune di Catania nasce questa terza tappa italiana, dopo quelle di Favignana e Palermo. Ma la vera novità consiste nel fatto che stiamo lavorando affinché questa mostra, a conclusione del suo ciclo, possa trasformarsi nel Museo del Novecento siciliano. Un progetto ambizioso che diverrebbe una realtà unica nel suo genere. Una mostra che si trasforma in museo permanente».

Si va dai maestri più antichi come Francesco Trombadori e Fausto Pirandello e dai futuristi, Pippo Rizzo e Giulio D’Anna, fino al mondo contemporaneo dei più giovani, padroni di un’esuberante creatività. Dalla grandezza solitaria di Renato Guttuso, alla purezza di Piero Guccione, trasmessa al Gruppo di Scicli; dal mondo realistico-sognante di Bruno Caruso, all’esoterismo di Casimiro Piccolo, al magico espressionismo di Lia Pasqualino Noto, alle sculture di Emilio Greco, Ugo Attardi e Cesare Inzerillo; fino ai giovani, dalla frenesia jazzistica di Alessandro Bazan alla natura selvaggia di Fulvio Di Piazza, all’esistenzialismo sensuale di Francesco De Grandi, ai relitti di civiltà industriale esibiti da Andrea Di Marco, alle combustioni di Paolo Madonia. Il film sul tema delle avanguardie di Elisabetta Sgarbi, la Scuola di Palermo, le solitudini di Renato Tosini, Croce Taravella, Piero Roccasalvo Rub, persino di Franco Battiato, le illuminazioni scenografiche di Pietro Carriglio. E i fotografi, Giovanni Chiaramonte, Luigi Nifosì, Giuseppe Leone, Angelo Pitrone.
Artisti di Sicilia. Da Pirandello a Iudice, a cura di Vittorio Sgarbi, è visitabile al Castello Ursino di Catania fino al 16 marzo 2015 dalle 9 alle 19.
Monica Adorno

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