Sulla vicenda dei due fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti in India da ormai tre anni, dopo la mozione approvata dal parlamento europeo, e criticata dall’India, qualcosa sembra muoversi concretamente a partire del fatto che a Latorre sono stati concessi altri tre mesi per proseguire le cure mediche in Italia. L’agenzia indiana di stampa, Pti ha scritto che, allo scopo di porre fine ai dubbi su chi deve indagare sugli eventuali crimini commessi in acque internazionali, il governo sta progettando di identificare le agenzie autorizzate ad indagare sulle attività illecite “in mare aperto”. La mossa arriva sulla scorta della richiesta avanzata dall’Italia presso la Corte suprema di invitare l’autorità nazionale “Investigation Agency (NIA)” a indagare sulla presunta uccisione dei due pescatori indiani al largo del Kerala da parte dei due marines italiani, attualmente in custodia giudiziaria. Il Ministero dell’Interno ha quindi avviato le consultazioni interministeriali per identificare l’agenzia del governo centrale che può indagare sui vari tipi di reati commessi nelle acque internazionali.
La ricerca si è avviata presso diversi ministeri, come gli Affari esteri, Petrolio, Trasporto, Miniere e Dipartimento della Pesca, perché al momento non vi è chiarezza su quale soggetto giuridico sia autorizzato ai sensi delle leggi marittime esistenti per indagare su reati commessi sia in acque territoriali sia in quelle internazionali.
Nel caso relativo alla incidente che ha coinvolto Latorre e Girone a bordo della nave “Enrica Lexie” al largo della costa del Kerala, il 15 febbraio 2012, l’Italia aveva contestato la competenza della NIA per indagare sui reati commessi in alto mare. Aveva anche contestato la mossa iniziale della NIA utilizzare la legge anti-terrorismo che prevede una rigorosa repressione degli atti illeciti contro la sicurezza della navigazione marittima e delle piattaforme fisse sulla piattaforma continentale, sostenendo che si tratterebbe non di un atto di terrorismo, ma eventualmente di un semplice omicidio. Più tardi, il NIA aveva ritirato la sua accusa contro i due marines. Adesso, sembra che finalmente qualcosa si cominci a muovere concretamente.
Eppure potrebbe essere un’email, scambiata tra l’armatore del peschereccio S. Antony e le autorità, a scagionare i due Marò. La notizia pubblicata dal settimanale Oggi rivelerebbe che in quel famoso 15 febbraio 2012 ci sarebbero state due, e non una sola, sparatoria. La prima alle 19.15, la seconda alle 21.30 (ora indiana).