Ultima spiaggia per i rossoazzurri, che domenica alle 15 riceveranno in casa l’Avellino in un match da dentro o fuori. Una vera e propria finale quella che attende i catanesi, con un unico obiettivo: fare bottino pieno per ottenere 3 punti che sarebbero fondamentali per la salvezza in una stagione che definire turbolenta non basterebbe, soprattutto per quanto visto lontano dal Massimino. Un’annata che ha regalato poche, ma forse sarebbe meglio dire pochissime, gioie agli etnei.
ROSSOAZZURRI IN CADUTA LIBERA
Da settimane vi raccontiamo di un Catania a un passo dalla lega Pro, di una formazione con evidenti limiti mentali, più che tecnici, e di un gruppo che per salvarsi ha bisogno di un miracolo. Ora potrebbe non bastare più neanche quello. Il Catania, che ha anche beneficiato delle penalizzazioni che la Lega ha dato a Brescia e Varese per le note inadempienze economiche, vede le porte della Lega Pro, drammaticamente, spalancate. A questo punto i prossimi risultati, saranno determinanti e le prestazioni diventeranno decisive. La Lega Pro, la retrocessione, deve essere evitata. Il doppio salto all’indietro dalla A alla Lega Pro in appena 12 mesi risulterebbe rischiosissimo. Precipitare in Lega Pro equivarrebbe a un vero e proprio bagno di sangue. Il passaggio dalla B alla Lega Pro, infatti, si tradurrebbe in una perdita di introiti di almeno 4 milioni di euro. Senza dimenticare che in caso di retrocessione non sarebbe concesso al Catania il paracadute che spetta alle società in caso di avvenuta permanenza in serie A per tre o più anni. Si tratta di altri 15 milioni di euro che andrebbero in fumo. Non c’è bisogno di calcolatrice per capire quanto sarebbe tragico, da un punto di vista economico, questo nuovo cambio di categoria.
MARCOLIN IN DISCUSSIONE
Undici partite, undici punti e una vittoria che non arriva da 8 turni. Nelle ultime 3 esperienze in panchina da allenatore in prima: 2 esoneri con 2 conseguenti retrocessioni. Numeri sempre più impietosi per l’allenatore degli etnei, Dario Marcolin. I dirigenti rossoazzurri hanno deciso di confermare la fiducia a Marcolin, almeno per ora, ma la sua panchina è appesa a un filo. Chiariamolo subito, però, in caso di esonero di Marcolin, Giuseppe Sannino, invocato a gran voce dai tifosi, non tornerà alla guida del Catania. Anche se tecnicamente possibile (l’allenatore di Ottaviano aveva rescisso il suo contratto con la società di Nino Pulvirenti), il ritorno a meno di clamorosi ripensamenti non è una strada percorribile. Perché il rapporto tra Giuseppe Sannino e Nino Pulvirenti si è incrinato in maniera irreversibile.
SQUADRA MENTALMENTE KO
La squadra, intanto, sta perdendo fiducia. I giocatori si sono demoralizzati e ahimè anche i tifosi sono molto scoraggiati. E che molti abbiamo mollato mentalmente è stato anche confessato da Emanuele Calaiò, attaccante e capitano dei rossoazzurri. Alla fine del match contro l’Entella, l’attaccante palermitano considerato da molti uno dei leader dello spogliatoio, sollecitato da un centinaio di tifosi arrabbiatissimi ha detto una frase che suona come una sentenza “non ci siamo con la testa”. Mancano ancora 10 gare, ci sono 30 punti a disposizione, ma bisogna crederci perché l’ansia da prestazione in questo modo rischia di influire in maniera implacabile. La salvezza diretta è lontana 5 lunghezze, mentre la zona play out dista 3 punti, ma se non si cambierà mentalità non si andrà da nessuna parte.
ASSENZE E PROBABILI FORMAZIONI
Domenica, al Massimino, il Catania giocherà la prima di dieci “finali salvezza” e lo farà senza il difensore Schiavi, che è stato squalificato per un turno dal giudice sportivo. Probabile anche l’assenza di Coppola non ancora al top. Marcolin sta pensando di tornare al 4 3 3 e giocare in maniera spregiudicata con 4 attaccanti in campo contemporaneamente: Calaiò, Maniero e Castro più Rosina a ispirare il trio.
Antonietta Licciardello