L’Autostrada Messina-Palermo e quei pedaggi-capestro che neanche al Codacons piacciono

caselli autostradeCon il cedimento del pilone Himera sulla Palermo Catania la Sicilia è stata divisa in due sotto tanti punti di vista. I tir sono stati deviati sulla tratta Catania-Messina-Palermo mentre auto e moto scelgono se affrontare la A19 (CT-PA) con la deviazione di circa 30 chilometri che li fa inerpicare fino alla bella cittadina di Polizzi Generosa – allungando così di un’ora circa il tempo di percorrenza dell’autostrada – o se percorrere le due autostrade del litorale (A18 CT-ME e A20 ME_PA). Nel secondo caso non solo aumentano i chilometri – circa 350 in totale – ma aumentano anche i costi: infatti la Catania-Palermo è gratuita, mentre le altre due sono a pagamento. Cinque euro e cinquanta la prima, dieci euro e dieci la seconda (dal sito del Consorzio per le autostrade Siciliane) per un totale di più di trenta euro nel percorso totale di andata e ritorno.

E non solo. Entrambe queste autostrade, al momento sono interessate da diversi lavori di manutenzione che dovrebbero durare per almeno un mese. La ditta Musumeci Costruzioni srl si sta occupando della CT-ME per un importo lavori, in entrambe le direzioni, di 200mila euro. La ditta Arnone di Palermo, invece, ha vinto l’appalto per la Messina-Palermo e si sta occupando della sostituzione dei guardrail nella tratta Messina-Buonfornello. Anche in questo caso l’importo dei lavori è di 200mila euro.

Fino a stamattina alle sei sulla Messina-Palermo era obbligatorio uscire a Buonfornello, pagare il pedaggio di € 8,70, poi rientrare e pagare il pedaggio alla barriera finale di € 1,90. Il totale così non era più € 10,10, ma € 10,60, quindi con un esborso in più (per gli utenti in auto) di 50 centesimi dovuti, non per scelta dell’automobilista ma per necessità della società di gestione nell’eseguire i lavori. Un pedaggio-capestro sotto tanti punti di vista (anche dal punto di vista benzina, chilomentri e altro) e ancora di più alla luce dei disagi che la Sicilia intera sta vivendo a seguito del cedimento del viadotto Himera. Abbiamo girato la domanda alla Cas e questa è stata la risposta.
«L’importo del pedaggio è fissato dal ministero delle Infrastrutture. Noi non pratichiamo da anni nessun tipo di aumento né possiamo toccare in alcun modo i pedaggi per i quali versiamo alcuni importi al ministero. Primo perché siamo ente pubblico regionale, secondo perché abbiamo degli obblighi di convenzione. Porto un esempio. Riguardo alla chiusura del tratto Scillato Tremonzelli, tutti stanno richiedendo una riduzione o addirittura l’annullamento del pedaggio. Noi la pratica l’acquisiamo ma è il ministero che deve dare la disposizione. Altrimenti ci renderemmo responsabili di una violazione contabile».
Quindi le decisioni del Cas dipendono dal ministero e non dalla Regione?
«In questa fase è un problema di pressione politica ed è il ruolo dell’assessore Pizzo è fondamentale, ma noi operiamo tramite una concessione che va seguita alla lettera in base a quanto imposto dalla Struttura di vigilanza delle concessioni autostradali il cui dirigente generale è l’arch. Poletta».

In base alla risposta del Cas questa è la zita (fidanzata, nda), come si dice in Sicilia, e non c’è nulla da fare.
Eppure proprio ieri l’assessore Pizzo ci aveva risposto «È chiaro che i pedaggi devono essere riallineati». Ecco perché ci siamo rivolti al Codacons e pare che anche secondo loro qualcosa si possa fare per cambiare la “zita” innanzitutto conservando le ricevute di pagamento.
«Anche noi abbiamo rilevato diverse lamentele e per questo il nostro ufficio legale sta studiando l’inter per procedere a una possibile azione. Ovviamente chiederemo chiarimenti al ministero e alla società di gestione dell’autostrada (Cas).
«Viste le condizioni delle autostrade siciliane – continua il Codacons – ha già presentato un vero e proprio dossier, compilato grazie all’aiuto di alcuni esperti, come esposto alla Procura della Repubblica. Al suo interno la mappatura delle condizioni autostradali siciliane che presentano gravi rischi per i cittadini che la percorrono. Proprio per questo avevamo già chiesto l’annullamento del pedaggio. In più stiamo dando vita a un comitato “Vittime delle autostrade siciliane” e abbiamo già intrapreso un’azione collettiva proprio per la Catania-Palermo che consiste nella costituzione di parte civile al solo costo di un sms (€ 2,10). Bisogna collegarsi al sito del Codacons e scaricare la costituzione di parte offesa che va inviata direttamente alla Procura di Termini Imerese. Un’azione per la quale si prevede un risarcimento di danno che quantifichiamo non inferiore ai 2.000 euro. È un peccato – aggiunge il Codacons – che la class action in Italia è possibile farla solo contro i privati e mai contro gli enti pubblici. Questo sulla base di quanto contenuto sulla legge Brunetta che non dà la possibilità di accesso ai risarcimenti contro la Pubblica Amministrazione, né possibilità di condanna. Ipotizzarne una per la Catania-Palermo in Italia non è possibile».

Monica Adorno

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