I proff non ci stanno. I quattro No dell’Istituto comprensivo Coppola di Catania: «La Buona Scuola di Renzi ennesima truffa»

Protesta scuolaIl Conitp (Comitato Nazionale Istruzione Tecnica e Professionale) il 2 maggio u.s. è stato invitato ad assistere all’iter per l’approvazione del disegno di legge della “Buona scuola” a Montecitorio. Chi c’è stato racconta un’esperienza allucinante, uno spettacolo indecente. Un via vai continuo di deputati, chiacchiere scherzose, incessante uso di cellulari, tablet, pc. Un voto all’insegna del disinteresse da parte di moltissimi deputati e quasi sempre era il capogruppo a dare indicazione di cosa votare poiché quasi nessuno era al corrente di cosa si stava votando, tutto questo accadeva mentre fuori si protestava contro il disegno di legge. Indifferente alla protesta il Pd e altri partiti Udc, Scelta civica, Centro democratico che hanno continuato imperterriti ed incuranti delle proteste che da mesi docenti e ATA, universitari, alunni e famiglie hanno messo in atto. Tra gli interventi positivi, contro la riforma, sono da sottolineare quelli di Sel, M5S, Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia (in parte) e parte del gruppo misto, mentre a favore della riforma, naturalmente il Pd con la Malpezzi, Udc con Adornato, scelta civica per l’Italia e centro democratico e altri deputati del gruppo misto (PSI). Nella fase finale della votazione, per l’approvazione definitiva, tutto il Pd, compresi parlamentari ex sindacalisti e scissionisti del PD hanno votato a favore, un vero è proprio teatrino messo in atto dalla maggioranza. A fine votazione un’arrogante e presuntuosa esultanza è stata espressa dal sottosegretario Faraone e dal Ministro Stefania Giannini con i membri del Pd incuranti e con senso di disprezzo nei confronti di chi protesta e cerca di far valere le proprie ragioni, docenti e ATA, che invano hanno cercato un dialogo, con una classe politica insensibile.

Noi chiediamo: 1) Abolizione della parte dell’art. 8, che prevede la cancellazione delle G a E senza la preventiva verifica del suo effettivo svuotamento. 2) Dare la possibilità a chi è in possesso del titolo di sostegno, di poter scegliere se operare su posto comune o su sostegno (sarebbe discriminatorio e controproducente il contrario, in quanto danneggerebbe di fatto chi è in possesso di un doppio titolo abilitativo, ed aprirebbe la strada ad una serie di futuri contenziosi) 3) Al fine di evitare nepotismi e raccomandazioni: Prevedere per l’anno in corso il trattenimento in servizio (con estensione dell’attuale contratto di lavoro) presso la sede in cui attualmente prestano servizio tutti i docenti G a E (su posto normale e di sostegno) che abbiano un contratto in essere fino al 30/06 … e consentire loro di scegliere nel corso dell’anno successivo la sede di assegnazione e, per gli aventi titolo, di scegliere se insegnare su posto normale o di sostegno. 4) No, al sistema nepotistico della “Chiamata Diretta dei Presidi”.

Il 18 maggio l’Aula della Camera, dopo un acceso dibattito, con 214 voti a favore, 100 contrari e 11 astenuti, ha approvato l’articolo 9 che attribuisce appunto ai dirigenti scolastici il potere della chiamata diretta degli insegnanti nei propri istituti. “Grazie al ddl sulla scuola e alla norma sulla chiamata diretta dei professori da parte dei presidi, farà carriera Agnese, la moglie del Presidente del Consiglio Renzi”, ha detto in Aula il deputato Luigi Gallo. Ed ecco qui che l’Istituzione Scuola, uno dei pochi servizi pubblici in Italia non ancora invaso dalle Mafie, libera, funzionante, certamente sofferente per le scarse risorse assegnate, presto potrà diventare “ricca” attirando su di sé l’attenzione di quanti prosperano appaltando servizi di ogni genere nei modi che in Italia ben conosciamo.

Voglio anche ricordare che: 1) Assistenti Amministrativi, Assistenti tecnici e Collaboratori scolastici delle Graduatorie Provinciali ad Esaurimento, non vengono affatto citati, se non nell’articolo 12 relativo alla cosiddetta “tagliola” dei 36 mesi. Se non esiste un Piano assunzioni per la stabilizzazione dei precari ATA , come negli anni scorsi, vuol dire che probabilmente si sta covando l’idea di appaltare, privatizzando i servizi, liberandosi così di quei precari che, per anni, hanno fatto funzionare le scuole garantendo accoglienza alle famiglie, sorveglianza, assistenza alla didattica, piccola manutenzione, pulizie ecc. ecc, in cambio di 1000 euro al mese di stipendio. lo stop alle assunzioni e la conseguente privatizzazione dei servizi di segreteria e di sorveglianza è stata già introdotta anni fa in una Università Statale di Roma, con l’affidamento dei relativi appalti alla cooperativa di Buzzi, personaggio poi arrestato e inquisito per Mafia Capitale. Non parlare della carenza di personale ATA e della necessità di stabilizzare tutti i precari collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici, iscritti da anni nella GAE, fa pensare realisticamente ad una presunta volontà politica di questo Governo di cominciare a privatizzarle dal 2016 tali servizi, utilizzando “opportunamente” nel frattempo il personale precario come merce usa e getta, grazie al famoso art. 12.

Non a caso si discute della “Supersegreteria centralizzata” che servirebbe in futuro la rete di scuole e che andrebbe ad alleggerire le singole segreterie (permettendo ulteriori tagli di personale). E allora la morale è presto detta: Un Preside con i superpoteri risponde, tramite gli ispettori, ad una catena gerarchica ministeriale e decidendo, non solo il destino dei docenti parcheggiati in un albo, ma anche la gestione di nuovi appalti, diventando grande raccattatore di consensi elettorali con l’aiuto di “organizzazioni” del “Terzo Settore”, terreno di provenienza del Ministro Poletti. Il voto del Senato può ancora impedire una simile oscenità e salvare la Scuola stabilizzando tutti i precari e mantenendo la natura pubblica dell’Istruzione e dei servizi ad essa connessi.

Salvo Bracci, docente Istituto Comprensivo “Coppola”, CT

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