CATANIA – È un contratto d’affitto con riscatto che può diventare contratto di acquisto di un immobile. Si chiama “Rent to buy”, rientra tra i contratti di compravendita immobiliare ed è stato al centro del seminario organizzato dal Forum edilizia di Compagnia delle Opere Sicilia Orientale che ha affrontato lo stato dell’arte della normativa e gli aspetti fiscali. “Più che uno strumento finanziario si tratta di una modalità di compravendita che produce notevoli vantaggi – hanno spiegato i due relatori, il notaio Carlo Saggio e il dott. Antonio Scaglione durante il seminario -. Tutti ne parlano, ma pochi lo usano e di fatto non è ancora partito a regime come avrebbe dovuto o perché non lo si conosce abbastanza o perché magari non è stato compreso”.
Ma cos’è il rent to buy? È un contratto d’affitto che viene stipulato come un preliminare di vendita in cui l’inquilino (conduttore) sceglie un immobile ma non sa ancora se è quello che vorrà o potrà acquistare per svariati motivi: non ha ancora la possibilità di stipulare un mutuo, non conosce la zona in cui si trova l’immobile e vuole testarla oppure non sa se sarà quella scelta la città in cui rimarrà per motivi di lavoro. Con questo preliminare di vendita il conduttore sceglie l’immobile, dà un acconto (anche questo è un accordo che va preso tra le parti), ci va a vivere e blocca il prezzo per un periodo compreso in un arco di tempo che non può superare i dieci anni e che, ovviamente, andrà specificato nel preliminare. Nel frattempo verserà al proprietario un regolare affitto mensile sapendo però che una parte, come per l’affitto, sarà a fondo perduto, mentre il restante 50% andrà a costituire un fondo che servirà per l’acquisto dell’immobile nel momento in cui sceglierà di acquistare. Solo in quel momento si procederà al consueto atto di compravendita sapendo però di: aver accantonato un discreto gruzzoletto e di poter dimostrare alle banche di essere un buon pagatore. Cioè avrà consolidato uno “storico creditizio” tale da poter godere di un rating eccellente dimostrando all’istituto di credito di aver puntualmente versato un importo mensile simile alla rata del mutuo richiesto.
In genere alla fine del periodo concordato la somma accantonata è pari al 15% del prezzo concordato per l’acquisto dell’immobile.
Alla fine però si potrebbe comunque scegliere di non acquistare l’immobile ed è per questo che nel preliminare del Ren to buy bisognerà specificare tutto quanto concordato in merito con il proprietario. Non va dimenticato, in ogni caso, che, come tutti i contratti, anche il Rent to buy si può rinegoziare.
Particolarmente soddisfatto dell’incontro il presidente di CdO Sicilia Orientale, Salvatore Abate, che spiega: “Abbiamo voluto puntare su un argomento particolarmente interessante non soltanto per gli addetti ai lavori ma anche per normali cittadini che possono avvalersi di uno nuovo strumento come il Rent to Buy. Il Forum di oggi dimostra quanto siano utili questi momenti di confronto e, perché no?, di formazione”.
Il direttore, Cristina Scuderi, aggiunge: “Non sempre si hanno tempo e possibilità di approfondire nuove modalità di contratto o nuove realtà normative. Il Forum sapientemente condotto da Carlo Saggio e Antonio Scaglione ci ha offerto informazioni esaustive e interessanti. Abbiamo trattato vari argomenti nel corso dell’anno e tutti di grande interesse. Faccio solo qualche esempio: il forum sul tema “È possibile risparmiare sul costo del lavoro? La soluzione di esternalizzazione proposta da Easy Job” organizzato da Compagnia delle Opere Sicilia Orientale, coordinato da Antonio Romeo e Salvo Rigaglia; o quello tenuto dal professore Temistocle Bussino su Jobs Act e opportunità per le imprese. Tengo a sottolineare che si tratta di strumenti che CdO fornisce a soci e non soci dando un quadro quanto più completo possibile su tematiche utili per il proprio lavoro”.
Monica Adorno