Ma davvero la bolgia da affrontare per arrivare ad Aci Trezza si chiama turismo?

I cittadini di Aci Castello segregati in casa perché non si riesce a trovare una soluzione alle orde incivili che intasano le sue strade durante il week end. Ma le soluzioni ci sono o si potrebbero trovare, noi ne proponiamo una come possibilità e riflessione

Aci Castello e Castello NormannoLo dico subito così non ci sono dubbi: abito ad Aci Castello e quindi sono di parte e anche infuriata. Sono infuriata tutte le volte che devo tornare a casa e sbaglio cinque minuti. Sono infuriata ogni volta che penso “e se succede qualcosa, a me o a chiunque altro, e l’ambulanza o i soccorsi non possono arrivare?”. Sono furiosa ogni volta che guardo le macchine parcheggiate lungo la Strada Statale che collega Aci Castello con Aci Trezza e molto spesso presidiate da quel solito “spettu” parcheggiatore abusivo che nessuno manda via. E lo sono ancora di più quando vedo la corsia che va verso da Aci Trezza ad Aci Castello gremita i macchine – e persino di tir – e gli automobilisti che escono da Aci Trezza bloccare il traffico perché “io sono io e tu che hai la precedenza non solo non sei nulla ma io blocco tutto”. Incapaci di capire, questi ultimi, che se il traffico non sfila da un lato, c’è poco da fare, non si sbloccherà neanche dall’altro senso. Ma è così, maleducazione e presunzione vanno a braccetto e generano figli che solo incivili si possono chiamare.

Sono furente quando vedo macchine ferme davanti al Banacher in attesa di un posto in un parcheggio già stracolmo incuranti delle macchine che – magari – vogliono andare. Ovunque ma andare. Mi fa irritare da morire – e sarebbe un altro il termine più appropriato – vedere che le case davanti al Banacher diventano bersagli per bottiglie di birra, cicche di sigarette e spazzatura varia. Che chi abita ad Aci Castello non può dormire e neanche scegliere di guardare un programma in tv o ascoltare un po’ di musica classica, lirica o rock perché il frastuono che arriva dalla discoteca tutto copre. Sono super irritata tutte le volte che scelgo – per non dannarmi l’anima – di non uscire da casa durante il fine settimana. Perché come ha ben scritto Luigi Pulvirenti sul suo profilo Facebook: “Non uscire il sabato sera, d’estate, ad Aci Castello, non è una scelta di vita. È una necessità. Estate, ad Aci Castello, significa caos. Deregulation, il territorio delle libertà, nel senso che ognuno fa il cazzo che gli pare. Automobilisti maleducati, mammoriani con radio a tutto volume, carte disseminate dappertutto, bottiglie di birra spaccate davanti alla porta di casa (e l’ordinanza che ne vieta la vendita?). Al punto che il volume sempre troppo alto del Banacher, alla fine diventa un rumore di sottofondo. Chi butta la croce addosso al sindaco, qualunque esso sia, individua un capro espiatorio comodo ma non trova la soluzione. Per la sua conformazione, le risorse umane a disposizione dell’amministrazione comunale non potranno mai essere sufficienti. Il problema dell’ordine pubblico ad Aci Castello, in estate, va affrontato e risolto a livello di prefettura e con il coordinamento tra le varie forze di polizia. E tutto questo non ha nulla a che vedere con turismo e benessere, “perché questo non è benessere, è il Kaos” conclude Pulvirenti.

In ultima ma proprio in ultima istanza ci sarebbero sempre le biciclette

In ultima, proprio in ultima istanza ci sarebbero sempre le biciclette…

E pur condividendo in pieno il pensiero di Pulvirenti, credo che c’è qualcosa che si potrebbe fare subito e in modo quasi indolore per mitigare, se non altro, la situazione attuale che si replicherà nei prossimi fine settimana un po’ per la sagra, un po’ per la festa del patrono e sempre per evadere dal caldo della città. La soluzione sta nel far arrivare le persone ad Aci Castello e Aci Trezza tramite un servizio navetta. Iniziando proprio dagli utenti della discoteca. E non ditemi che non ci sono parcheggi perché i parcheggi si possono creare. Un po’ come è stato disseminato di strisce blu tutto il territorio comunale castellese con tariffe e orari incredibili.
Ed eccola una soluzione possibile e veloce. Salendo da via Stazione la strada passa sopra un ponte, fa una curva e poi si allarga per centinaia di metri. Predisporre lì dei parcheggi a spina di pesce – volendo anche a pagamento – non sarebbe un’idea malsana. E da lì predisporre un servizio navetta, con fermate, che convogli in discoteca anche le donzelle con tacco 12. Il numero di auto che potrebbe entrare in quel tratto, e nelle strade adiacenti che lo permettono, sarebbe notevole e non darebbe fastidio a nessuno. E se l’opposizione a questa idea è che la strada non lo consente, spiegatemi voi come può consentirlo la Statale 114 in tratti in cui è così stretta da consentire il passaggio di un’auto per corsia. Il vero problema, caso mai, è che le cose non si vogliono fare e in questo il sindaco Filippo Drago, e tutti quelli che sono venuti prima di lui, sono colpevoli di non aver trovato una soluzione che garantisca innanzitutto il diritto alla salute ai suoi cittadini e ai suoi “turisti”.
Monica Adorno

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