Mare e Salute – Una riflessione sul depuratore di Pantano D’Arci… è efficiente oppure no?

Dopo le risposte dell’Amministrazione a Sinistra Italiana quello che bisognerebbe ricordare è che i canali catanesi scaricano a mare

Un depuratore italiano

Un depuratore italiano

Catania – Il problema non è se depura o quanto depura, ma se è efficiente. Fa discutere infatti un comunicato stampa diffuso dal Comune di Catania il 25 giugno u.s. così titolato: “Depuratore: l’assessore ai lavori Pubblici del Comune di Catania, ingegnere Luigi Bosco, risponde alle accuse degli esponenti di Sinistra Italiana” È ammirevole quanto si legge, tra l’altro, nella nota: “Appena insediata nel 2013, l’amministrazione Bianco ha deciso di prendere in mano la questione del depuratore che era già in infrazione comunitaria e la cui realizzazione stava scivolando verso il commissariamento e quindi verso l’allungamento dei tempi, ristabilendo procedure virtuose, considerando anche tutto il territorio della Città Metropolitana.
“Il Comune di Catania, nella qualità di soggetto attuatore, ha adempiuto ai propri impegni con puntualità: ha tempestivamente segnalato che le risorse assegnate non erano sufficienti; ha proposto soluzioni in grado di risolvere il problema senza ulteriori perdite di tempo; ha predisposto il progetto ottenendone la cantierabilità con il bando già pronto da pubblicare e già approvato dall’UREGA”.

Il nostro intervento non vuole essere su quello che si è fatto, ma su quello che non si è fatto, e noi, ci sia consentito, lo vogliamo ricordare. Questa Amministrazione ha dimenticato il disastro, più volte ripetuto su Catania l’estate scorsa, ad agosto e settembre, a causa delle inondazioni provocate dalle bombe d’acqua. Ancora oggi i nostri canali, quelli che scaricano direttamente nel nostro litorale sono stracolmi di vegetazione e sporcizia di ogni genere. Possiamo quindi affermare che con eventuali ulteriori bombe d’acqua, il disastro si ripeterà. Il nostro allarme, al momento inascoltato, riguarda appunto, gli scarichi fognari, (circa 10) che vanno dalla zona Ognina alla foce del Simeto. Scarichi che non sono mai stati collegati al depuratore mentre il Comune di Catania già pensa ad immettere nel nostro sistema fognario gli scarichi della costa Acese.
Sembra quasi che ciò che manca nell’amministrazione della città di Catania sia la cultura della salvaguardia dell’inquinamento, la poca attenzione ai canali a cielo aperto, agli stagni d’acqua in putrefazione che ammorbano l’aria e consentano la proliferazione di insetti molto fastidiosi all’uomo. I depuratori di tutte le scuole e degli edifici pubblici e privati di Catania, sono tutti in disuso e disperdono i liquami senza controllo. Il depuratore, ammesso che funzioni, riceve soltanto il 30% degli scarichi fognari prodotti dalla città di Catania, il resto si riversa in mare o nel sottosuolo.
Non è più tempo di perdere tempo, ma di prendere in mano la situazione degli scarichi fognari del nostro litorale in modo da tutelare la balneazione e quindi la salute delle persone, ma anche salvaguardare la bellezza delle nostre coste e del nostro mare.
Carmelo Santangelo

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