Teatro – “Invasioni” rende possibile l’impossibile. Tre serate e tre standing ovation a Viagrande – GALLERY

Lo spettacolo messo in scena da NeonTeatro ha reso possibile l’impossibile e incantato il pubblico del teatro Viagrande Studios. Un successo l’opera diretta da Monica Felloni

Danilo Ferrari e Patrizia Fichera (ph.Jessica Hauf)

Danilo Ferrari e Patrizia Fichera (ph.Jessica Hauf)

Un successo, Invasioni, l’opera della regista di NeonTeatro, Monica Felloni, dedicata a Mustafa Sabbagh, il fotografo italo-palestinese di fama internazionale che ha voluto fare parte di un “Bellissimo progetto, che mi fa diventare più ricco e più umano”, così come lo ha cristallizzato, così come lo ha vissuto, facendone parte con le sue foto, con la sua voce che in arabo ha sottolineato alcuni passaggi, con la sua improvvisa apparizione in scena per un cameo emozionante, emozionato.
Nel teatro di Viagrande Studios l’impossibile è stato reso possibile.
Così come, anche, fare volare Danilo Ferrari e Gaia Santuccio, appesi ad una corda, sospesi da terra, ora ballerini fluttuanti nell’aria, ora pendoli che scandiscono il tempo della leggerezza, della libertà.

Monica Felloni e Danilo Ferrari (ph.Jessica Hauf

Monica Felloni e Danilo Ferrari (ph.Jessica Hauf

Stupore, ammirazione, lacrime di commozione e riso. Un fiume in piena di sentimenti è sfociato in applausi fragorosi, lunghissimi, sentiti. Il pubblico che ha invaso le tribune è stato a sua volta invaso dal talento degli attori, espresso come sanno, facendo delle differenze uno strumento, arte, tutto amalgamato perfettamente.
Insomma, ciascuno si manifesta per quel che è.
Cinque capitoli (1 La Bellezza Ferisce. 2 La Necessità della Fuga. 3 La Pelle della Terra. 4 XI Comandamento: non dimenticare. 5 Ogni Preparativo è Fatto.), testi di William Shakespeare, Walt Whitman, Piero Ristagno, Danilo Ferrari, Stefania Licciardello, Federico Ristagno, cuciti dalla regista per raccontare che i confini sono fatti per essere superati, che il limite è una convenzione, un punto di vista, che Vivere non è il prodotto di un regolamento, ma è quel che è, Vivere, e lo si fa come si può, ognuno unico e gruppo, individuo e famiglia, cittadino e società.

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