Teatro | Elio Gimbo dà vita a “Il Processo” di Kafka

Ottima la prima in scena con la regia di Elio Gimbo. Questo fine settimana le ultime tre repliche assolutamente da non perdere. Si va in scena da venerdì 29 a domenica 31

Il Processo. Antonio Caruso e Cinzia Caminiti - (ph Gianni Nicotra per Fabbricateatro)

Il Processo. Antonio Caruso e Cinzia Caminiti – (ph Gianni Nicotra per Fabbricateatro)

Catania – Un lungo recinto d’acciaio a forma di T impegna quasi tutta la Sala Di Martino di via Caronda 82 a Catania. Al suo interno, oltre le grate, tre panche sfalsate in altezza e giusto un paio di sgabelli. Poi più niente se si esclude un uomo buttato su un giaciglio inesistente in attesa che passi la notte.
Inizia così “Il processo” tratto dal romanzo di Franz Kafka poi riadattato e diretto da Elio Gimbo per la Compagnia Fabbricateatro.
Quell’uomo buttato per terra è il signor Josef K (Antonio Caruso) e per tutti i 90 minuti dello spettacolo aspetterà di sapere qual è l’accusa che lo vede chiuso in gabbia. E questa attesa, che durerà anni e anni, la vive insieme ai compagni di cella che lottano non per avere giustizia, ma per far durare il processo il più possibile; insieme al poliziotto corrotto che dribla il suo grimaldello come segno del comando; insieme alla signora delle pulizie che si dona per forza e per piacere e, insieme ancora, al di lei marito che accetta con rassegnazione persino il suo essere cornuto; la vive con l’avvocato che si finge invalido per mantenere controllo e potere e all’infermiera che ha invertito il principio classico di violenza e ha fatto del sesso imposto (agli altri) il suo piacere. Tra i personaggi c’è persino un parroco così assuefatto alla legge di Dio da lasciarsi trasportare anche da chi si professa superiore in terra. Non per nulla quest’opera di Kafka è quella che ha preceduto o “anticipato il regno del terzo Reich”, come riporta Elio Gimbo nella sua locandina citando Klaus Mann.

IL PROCESSO 3Passività. Ineluttabilità. Rassegnazione. Burocrazia. Logiche insondabili e assurde tracciano i passi di questo spettacolo che segna il primo step del progetto, pensato e ideato da Fabbricateatro, dedicato a Kafka. Il Processo verrà messo in scena in tutti i fine settimana di marzo. Poi, ad aprile, e maggio, sarà la volta di “Lettera al padre”, questa volta con la regia di Gianni Scuto. Ha chiuso il cerchio un incontro dal titolo “Il caso K” che si è tenuto giovedì 7 marzo alla Libreria Mondadori e che aveva come filo conduttore le influenze culturali sottese alle opere di Kafka e come ospiti Antonio Di Grado, Sal Costa e Giuseppe Dolei moderati da Maria Lombardo.

Alessandro

Alessandro Chiaramonte

E torniamo allo spettacolo: “Il Processo” ci è piaciuto moltissimo! Ne abbiamo apprezzato i dettagli, le musiche e la voce, come sempre più che coinvolgente, di Cinzia Caminiti. Insieme a lei e ad Antonio Caruso – ottimo Signor K a cui la vita di questa pièce toglierà presto il sorriso – abbiamo ammirato e seguito con attenzione, e a volte, anche in più di un cambio d’abito, Alessandro Chiaramonte. Bravi anche gli altri attori: Daniele Scalia, Barbara Cracchiolo, Gianluca Barbagallo, Alessandro Gambino e Babo Bepari.
La Sala Di Martino è così piccola da permettere solo posti in prima e seconda fila e l’impegno e la passione che questa compagnia sta portando avanti, merita di essere premiata nel modo più amato dagli attori: gli applausi. I nostri se li sono meritati e li abbiamo regalati di cuore.

“Il Processo” di Elio Gimbo andrà in scena anche questo fine settimana, da venerdì a domenica, e sarà l’ultimo week end della programmazione. Il sipario si aprirà tutte le sere alle 21, tranne la domenica che andrà in scena alle 18.
Monica Adorno

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