RIFLESSIONI | Iniziato il conto alla rovescia per l’election day siciliano

L'ingresso di Palazzo d'Orleans a Palermo

L’ingresso di Palazzo d’Orleans a Palermo

Fra poco più di tre settimane, tanto che già si potrebbe dare il via al conto alla rovescia dei giorni che ci separano dall’election day, andremo ad esercitare il nostro diritto dovere di voto.
Perché in realtà questo faremo, visto che di elezioni (cioè scelta fra i candidati) non si parla più da molti anni.
La toga bianca (candida) che rendeva immediatamente riconoscibile chi aspirava ad una carica pubblica, da qui “candidato”, è ammuffita e mangiata dalle tarme nell’armadio dei bei tempi andati, e a noi, quasi con formula bulgara, resta di poter dire SI o NO.
Questo il quadro generale, che, riferito alla scadenza anticipata della legislatura in Sicilia, aggiunge incertezza ad un esito che, invece avrebbe potuto essere scontato per effetto trascinamento del trend nazionale, sul quale nessuno ha dubbi.
Molti Siciliani infatti non hanno compreso il dissidio interno alla destra siciliana che ha sbarrato il percorso di ricandidatura del Presidente uscente, che, comunque la guardiamo, non ha demeritato nei 5 anni pregressi, anche se, per motivi contingenti, che oggi si capiscono meglio, non sempre è stato un “decisionista cuor di leone”.
Ciò ha dato il via ad una lacerante ricerca di un nuovo candidato Presidente, il cui risultato non ha convinto i più. Infatti, il prescelto, non è il nuovo che avanza, non è al di sopra di ogni sospetto, basti pensare ai processi che lo vedono imputato, non è, pur essendo stato Presidente del Senato, uno Statista, né tanto meno un leader riconosciuto e riconoscibile dal Popolo Siciliano.
Di contro la Sinistra, pur avendo individuato in Caterina Chinnici il proprio “Campione”, non riesce a coinvolgerla più di tanto, arroccata com’è nel suo buen ritiro di Caltanissetta.
Poi c’è la proposta Scateno che, secondo me, darà filo da torcere ad entrambi gli schieramenti tradizionali, anche perché, non dimentichiamo, che è possibile il voto disgiunto.
La lista capeggiata da Cateno De Luca è variopinta e variegata e molti dei nominativi che la compongono hanno un seguito proprio che deriva dalle posizioni ricoperte per moltissimi anni e fino a qualche giorno fa. Inoltre, quando all’orizzonte si vedono nuvoloni che fanno presagire tempeste in arrivo, uno che, invece delle solite promesse, si impegna a far sì che “niente sarà più come prima” e che vestirà i panni del “Sindaco dei Siciliani”; che sta facendo la campagna elettorale alla vecchia maniera, quasi casa per casa; che non avendo mai avuto responsabilità di Governo, può fare l’Aretino Pietro della situazione (di tutti parlò mal fuorché di Cristo, scusandosi col dir, non lo conosco), non essendo a lui riconducibile alcunché; ai Siciliani può succedere di fare il “colpo di testa”.
D’altra parte siamo ciò che resta delle Due Sicilie, unico posto dove poteva nascere Masaniello; e comunque, ho sentito spiegare che “chiu’ scuru i menzannotti non po’ fari”.
Alfio Franco Vinci

I candidati alla presidenza della Regione Siciliana (l’ordine è alfabetico)

Gaetano Armao sostenuto dall’alleanza Azione-Italia Viva;
Caterina Chinnici appoggiata da Pd e Centopassi;
Cateno De Luca, candidato di Sicilia Vera e Sud chiama Nord, è sostenuto da 39 liste in tutta la Sicilia;
Nuccio Di Paola corre per il M5S;
Eliana Esposito (Siciliani Liberi);
Fabio Maggiore (Italia sovrana e popolare)
Renato Schifani, sostenuto da Forza Italia, Lega Prima l’Italia, Fratelli d’Italia, Popolari e Autonomisti, Dc Nuova;

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